7 dicembre: Chiese aperte di Archeoclub nella Notte Bianca

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Chiese Aperte nella Notte Bianca

Mercoledì 7 dicembre dalle 19.00 alle 22.00, “Chiese aperte nel Borgo Antico”.

archeoclub-logoMarco Bruno e gli altri volontari dell’Archeoclub Sante Zirioni sono a disposizione per accogliere i visitatori nelle chiesette della città vecchia, che adesso sono state riunite nell’itinerario dell’“Acqua Santa”, nell’ambito del progetto “Luoghi dell’acqua e della terra”, finanziato dal Gal. Sant’Angelo, Santa Maria, l’Addolorata e l’Immacolata, quattro gioielli d’arte e di storia pronti a schiudersi per voi.

In un borgo animato da artisti, musicisti e tanto altro, vi aspettiamo !


Antichissima porta di ingresso alla città risalente al 1200 circa

Antichissima porta di ingresso alla città risalente al 1200 circa foto: xoomer.virgilio.it

ll Centro Antico, di cui si avviano i primi passi per un progetto di Piano di Recupero, è costellato dalla presenza di numerose chiesette e cappelle, piccole gemme d’arte spesso sede di antiche congregazioni; altrettanto numerosi sono i pozzi sorgivi pubblici, non più utilizzati ma al centro del già menzionato progetto di recupero e valorizzazione recentemente finanziato dal GAL SEB. Di particolare interesse l’unico tratto parzialmente conservato della cinta muraria abbattuta a metà dell’800, il cosiddetto Muro S. Angelo, e le porte di accesso alla città – Porta S. Pietro, a Nord, Porta dell’Ospedale, a SudEst.

Acquaviva Chiesa di San Benedetto

Acquaviva Chiesa di San Benedetto foto:xoomer.virgilio.it

Di particolare rilievo la chiesa dell’Immacolata Concezione, che sorse nel 1606 grazie alle numerose richieste da parte dei nobili acquavivesi al feudatario Giosia Acquaviva. Oltre al ricercato e prezioso settecentesco altare principale, che si erge su tre scalini marmorei e presenta un pregiato lavoro di intarsio con i marmi, nella cappella trovano posto numerose opere pittoriche tra cui spicca in particolar modo la pregevole tela, collocata nel 1608 sull’altare maggiore originario, commissionata al pittore fiammingo Gaspar Hovic, che raffigura l’Immacolata dallo sguardo pudicamente abbassato e le braccia spalancate in segno di protezione, racchiusa in una mandorla luminosa contornata da un folto corteggio di cherubini. Sullo sfondo in basso, i simboli delle litanie lauretane (da sinistra: sole, ianua coeli, torre, palma, olivo, fontana, specchio, pozzo, roseto, tempio, cipresso, albero, scale, stella, luna) e una città con mura e torri (potrebbe essere la stessa Acquaviva). Sulle pareti laterali e sulla controfacciata si trovano dipinti che raffigurano episodi della vita della Vergine.

Chiesa Sant'Angelo - anno 1200

Chiesa Sant’Angelo – anno 1200 . foto: xoomer.virgilio.it

La chiesa più antica del Centro storico è invece la graziosa chiesa “Sant’Angelo”, da cui prende il nome anche uno dei più caratteristici angoli della città, il “Muro Sant’Angelo”.  Intitolata alla Madonna della Libera presso il borgo antico della città chiamato «Civita», doveva far parte dell’antico casale S. Angelo, sorto su un piccolo colle ed isolato da altri fabbricati. La chiesa venne costruita intorno al X o XI secolo e risultò attiva fino alla metà del 1600. Intorno ai primi anni del 1700, il piccolo edificio era quasi crollato perciò nel 1714 venne ricostruito per volontà del Canonico D. Giovanni Antonio Annecchino. La cappella subì diversi rifacimenti: alla fine del 1880 venne nuovamente restaurata. In quest’occasione fu sostituito il pavimento, ricoperto con mattoni in terracotta, con altri in ceramica finemente lavorati, provenienti dalla cattedrale. Forse fu fatta la volta a botte in tufo, sostituendo le capriate in legno. Fu anche demolito il piccolo altare laterale che custodiva il quadro della Madonna della Libera. Questo venne poi sistemato sopra l’altare maggiore. La chiesa si erge ancor oggi al centro del borgo e ha una facciata semplice a capanna come nella tradizione tardo medioevale. Non ci sono ornamenti esterni, ma la scansione ritmica viene data dalle due aperture: la porta d’ingresso e la finestra; fra queste è inserita una minuscola nicchia che conteneva la statua dell’Arcangelo Michele, opera trafugata.

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