Acquaviva è solidale, anche con i lavoratori della Natuzzi

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NATUZZI-STABILIMENTO-DI-GINOSARaccolte ad Acquaviva 234 firme per scongiurare i licenziamenti della Natuzzi

365 lavoratori del Gruppo Natuzzi, a rischio licenziamento, hanno raccolto 2133 firme con una petizione popolare di solidarietà che intendono rivolgere al Ministero dello Sviluppo Economico, alla Regione Puglia e alla Regione Basilicata.

Nel giorno dedicato alla Festa della Repubblica questi lavoratori della storica azienda del distretto del mobile imbottito, quotata a Wall Street già nel maggio del 1993 e un tempo fiore all’occhiello dell’economia pugliese, si sono mobilitati qui da noi ad Acquaviva, allestendo un punto di raccolta in Piazza Vittorio Emanuele II, con l’intenzione di superare il tetto delle 2000 firme.

La sensibilità degli acquavivesi non si è fatta attendere e, in poco più di due ore, sono state raccolte 234 firme, tra queste anche quelle di alcuni rappresentanti istituzionali del nostro Comune, grazie alle quali il traguardo è stato raggiunto, anzi superato, raggiungendo quota 2133.

Alla nostra Acquaviva, vicina e solidale con queste famiglie, è stato indirizzato con un comunicato stampa il sincero ringraziamento degli sfortunati lavoratori del Gruppo.

Negli ultimi due anni – si legge nel comunicato diffuso in rete – sono stati sottoscritti una serie di accordi (firmati dalle confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil), mirati alla salvaguardia dell’attività in Italia e al successivo rilancio. Gli accordi prevedono un massiccio utilizzo di contratti di solidarietà con la riduzione del 40% delle ore lavorative per 1918 lavoratori, oltre alla realizzazione di percorsi formativi del personale per agevolare i processi di riorganizzazione produttiva.

Da questi accordi sono rimasti fuori questi 365 operai, “parcheggiati” nello stabilimento di Ginosa, ma fermo dal novembre 2013, che oggi è tecnicamente definito come “unità di riallocazione”.

Nel frattempo Giuseppe, operaio con ventuno anni di servizio nell’azienda, racconta: “ho moglie e figli da mantenere come tanti altri miei colleghi in esubero, tra cui diversi monoreddito. Attendiamo da mesi delle risposte concrete dalle istituzioni, dai sindacati e dall’azienda. Siamo stati trasferiti d’ufficio nello stabilimento di Ginosa ed è stata dichiarata la cessazione attività dopo pochi mesi, per noi esuberi e per le nostre famiglie non c’è futuro, siamo tutti a rischio licenziamento. Chiediamo che i contratti di solidarietà siano estesi a tutti i lavoratori compresi gli esuberi, noi abbiamo gli stessi diritti dei nostri colleghi che in questo momento lavorano, il peso della crisi economica non può ricadere solo su di noi”.

Altri particolari della vicenda sono stati riassunti in una inchiesta pubblicata da Lucia Casamassima sul portale Tike.news, al link: Il Triangolo del salotto Italiano non c’è più che i lavoratori del Gruppo Natuzzi invitano a leggere per comprendere meglio la loro posizione.

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