“Chi ha stoffa ama la diversità”: la Scuola Lucarelli raccoglie l’invito dell’Amministrazione Comunale

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“Chi ha stoffa ama la diversità”…ma se la stoffa non ce l’ho…? La creiamo insieme!

La Scuola Lucarelli raccoglie l’invito dell’amministrazione comunale. 

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge ,senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche , di condizioni personali e sociali.”

albero della diversità

Tutte le classi della scuola Lucarelli si sono guadagnate un posto sul tappeto sotto l’albero della diversità

E’ da qui che sono partite le docenti di lettere della scuola Lucarelli che, con grande entusiasmo, hanno accettato l’invito dell’amministrazione comunale, attraverso la signora Yvette Portelli, di insinuare nelle giovani menti il bellissimo concetto che la diversità è ricchezza.

Si sono messe immediatamente al lavoro, coinvolgendo tutte le classi, ognuno a modo suo: lettura di brani, visione di film, dibattiti, creazione di video, slogan…

E’ così che si fa, si invita a riflettere sulla diversità, sulla paura che incute, sul rifiuto che provoca, sulla ricchezza che contiene, fino a scoprire che non occorre andare tanto lontano, pensare al colore della pelle, alla diversa cultura o religione, alla provenienza, all’etnia per scovare il rifiuto della diversità.

E’ sorprendente accorgersi di quanti adolescenti si sono sentiti diversi, non accettati, discriminati perché non indossavano felpe o scarpe firmate, perché il loro papà andava a prenderli da scuola con una macchina scassata, perché la loro mamma, per vivere, faceva le pulizie, perché non sapevano giocare a calcio, perché ancora non capivano se si sentivano attratti o no dai compagni del loro stesso sesso, o semplicemente perché non sapevano giocare ai videogiochi!

“Chi ha stoffa ama la diversità”: la Scuola Lucarelli raccoglie l’invito dell’Amministrazione Comunale

Allora nasce nei docenti l’urgenza di aiutare questi ragazzi, innanzitutto a crearsi una corazza che li aiuti ad essere se stessi, ad aprirsi a guardare oltre, dentro, lontano, a guardare gli altri con occhi nuovi, puliti, liberi.

E allora aiuti il ragazzino di colore che durante la partita viene chiamato “sporco negro”, la ragazzina sovrappeso, la ragazza straniera, il ragazzo dislessico, la piccola anticonformista, il piccolo genio tutto casa e libri..

E, come al solito accade, i più stupiti sono proprio loro, i docenti, di fronte a frasi del tipo “Meglio fallire sforzandosi di essere diverso che vincere cercando di essere come tutti gli altri” (Mattia , prima A).

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