Dipendenti comunali, maglia nera per la Puglia e per Acquaviva. L’Anci: “Sbloccare le assunzioni”
“Sbloccare le assunzioni nei Comuni, i dipendenti sono troppo pochi”.
Il grido d’allarme arriva dall’Anci Puglia e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, i cui rappresentanti si sono incontrati ieri a Bari. Dagli ultimi dati sul monitoraggio del personale negli enti locali elaborato dalla Ragioneria generale dello Stato, emerge un dato drammatico: la Puglia è all’ultimo posto per presenza di dipendenti nei Comuni. E Acquaviva è ancora al di sotto della media regionale.
La Puglia è in fondo alla classifica per rapporto tra unita di dipendenti comunali per mille abitanti: sono poco più di 4 dipendenti ogni mille abitanti (4,32) – preceduta dal Veneto, penultima con 5,54 e dall’Abruzzo 5,59, a fronte di una media nazionale di 6,77. “Questo significa – scrive l’Anci in una nota – che i Comuni pugliesi riescono a svolgere le stesse funzioni degli altri italiani con circa 8000 dipendenti in meno”. Ad Acquaviva il dato è ancora peggiore: i dipendenti in servizio sono 66 su una popolazione di 20900 abitanti. Il che è equivale a un rapporto di 3,2 dipendenti ogni mille abitanti. Emerge dunque un gravissimo squilibrio rispetto ai Comuni di altre regioni d’Italia. Commenta il sindaco Davide Carlucci: “Monza ha 1200 dipendenti su 120mila abitanti. In proporzione, noi ne dovremmo avere 210, ne abbiamo meno di un terzo. E dire che nel capoluogo lombardo si lamentano per le carenze di organico…”.
Dal rapporto diffuso dall’Anci emerge che anche il personale dei Comuni pugliesi, oltre ad essere insufficiente è sottopagato. “Nello specifico, il protrarsi del blocco retributivo ha creato una dinamica 2011/2014 negativa, infatti, i comparti delle autonomie territoriali come comuni, province e regioni scontano in termini di retribuzione pro capite, sempre dal 2011 al 2014, tassi negativi attorno al 2%, con cali del 4% in corrispondenza della dirigenza. Cresce anche l’età media dei dipendenti comunali a tempo indeterminato, che è di 51 anni, mentre nel 2013 era di 50 anni.
Anci Puglia ha chiesto ai sindacati di aprire subito una vertenza nazionale per sostenere lo sblocco delle assunzioni, anche in base alla normativa sul federalismo fiscale incentrata sui fabbisogni standard, la quale prevede che per svolgere una funzione i costi devono essere uguali dal Trentino alla Sicilia.
I Comuni della Puglia chiedono di avere le stesse risorse umane e finanziarie degli altri Comuni d’Italia. Questo porterebbe a liberare spazio assunzionale per circa 8000 unità nella nostra regione, risorse umane fondamentali per assicurare funzioni e compiti, quindi servizi ai cittadini, in settori che oggi risultano fortemente sottodimensionati: dall’innovazione tecnologica, ai servizi sociali e alle persone, alle politiche di difesa del territorio, con la possibilità di inserimento lavorativo per tanti giovani dotati di capacità professionali nuove, per aggiornare anche il personale dei Comuni.
I Sindacati hanno condiviso la posizione Anci e hanno ribadito che la questione dello sblocco delle assunzioni è anche la loro battaglia, vista la grave situazione pugliese dove le risorse umane nei Comuni sono fortemente sottodimensionate. Si è convenuto a tal fine di chiedere a tutti i parlamentari pugliesi di condividere e sostenere questa battaglia nelle sedi legislative. A breve sarà elaborato un documento congiunto che sarà presentato ad Anci nazionale e ai parlamentari pugliesi
“Situazione grave e insostenibile per gli enti locali e per le nostre comunità. – sottolinea il presidente Anci Puglia senatore Luigi Perrone – I Comuni svolgono una funzione fondamentale per la tenuta economico sociale paese e per l’affermazione della legalità, erogano servizi essenziali e sono il punto di riferimento per cittadini, imprese e associazioni. Nei giorni scorsi, in sede di audizione in Consiglio regionale sul ddl di riforma del sistema di Governo regionale e territoriale, abbiamo ribadito che i Comuni rappresentano un pezzo fondamentale delle istituzioni della Repubblica e vogliono essere considerati come tali. Visto quanto emerge dallo stato del personale, è evidente che il conferimento di ulteriori funzioni ai Comuni a livello regionale, deve essere accompagnato dal contestuale trasferimento di risorse, e questo deve avvenire secondo il procedimento previsto dalla L.R. 36/2008. Inoltre, riteniamo che la Regione, i parlamentari pugliesi, insieme al sistema delle autonomie locali e alle organizzazioni sindacali, devono intraprendere congiuntamente una battaglia di civiltà a livello nazionale, per contrastare la carenza e il sottodimensionamento di personale nei Comuni ed evitare di mettere a rischio la tenuta sociale delle nostre comunità. Bisogna assicurare ai cittadini pugliesi gli stessi diritti di quelli di altre regioni, ma senza risorse umane non è possibile dare servizi”.