“È nato ad Acquaviva, onoriamolo”. Proposta cittadinanza al Carabiniere Eroe

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C’è anche un barese tra i 12 Carabinieri – Eroi che mercoledì scorso hanno salvato da una strage i 51 bambini dell’autobus andato in fiamme a San Donato Milanese.

Si chiama Francesco Citarella, ha 23 anni ed è nato qui ad Acquaviva delle Fonti. É il più giovane di quei dodici Carabinieri.

E’ un figlio d’arte. Suo padre, Antonio, è Ufficiale dei Carabinieri ed oggi comanda la Compagnia di Modugno. La mamma è originaria di Sammichele di Bari, dove papà Antonio ha anche prestato servizio. Arruolato appena un anno fa, Francesco era a Segrate da cinque mesi.

Proposta cittadinanza al Carabiniere Eroe

Francesco Citarella – foto: Repubblica.it

Commenta il Sindaco di Acquaviva Davide Carlucci: “E’ un onore che il nome del nostro paese figuri nei documenti di questo carabiniere. Detto diversamente: siamo onorati che sia anche soltanto nato qui. Molte persone nascono ad Acquaviva per via del Miulli e poi crescono e risiedono altrove. Uno di questi è Francesco Citarella, Carabiniere in servizio a Segrate, uno degli eroi che ha salvato dalla strage i 51 bambini a San Donato Milanese. Sarebbe bello se il Consiglio comunale gli conferisse la cittadinanza onoraria. Per l’occasione, inviterei alla cerimonia, oltre alla sua famiglia e alla cittadinanza, tutti coloro che il nostro ospedale ha fatto mettere al mondo ma vivono altrove. Perché sono figli di una nostra eccellenza e pertanto resteranno sempre nostri fratelli”.

In piena sintonia Francesco Colafemmina, Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia e Vicepresidente del Consiglio. “Diamo la cittadinanza onoraria al giovanissimo carabiniere Francesco Citarella, nato ad Acquaviva e vissuto a Bari, ora di stanza a Segrate, che il 20 marzo ha sventato l’attentato del folle senegalese che voleva dar fuoco a 51 bambini! Onore a chi con coraggio e abnegazione difende la comunità e i più deboli! È questa la proposta che formulerò nel prossimo Consiglio Comunale del 28 marzo”.

Anche Peppino Longo, Vicepresidente del Consiglio regionale della Puglia – si legge su “Borderline24 Il giornale” – proporrà il conferimento di un’onorificenza per Francesco Citarella: «è uno dei tantissimi ragazzi in divisa che lontano dalla propria terra dimostrano al mondo intero il proprio straordinario senso per il valore, il coraggio e l’abnegazione per il dovere. È questa l’ennesima dimostrazione ha spiegato Longoche lo Stato vince sempre e che gli italiani possono essere fiduciosi di poter contare su uomini e donne appartenenti alle forze dell’ordine altamente preparati e pronti a far fronte a qualsiasi emergenza».

Ma le parole più belle sono sulla pagina Facebook dell’Arma, dove si rende omaggio e si ringraziano quei dodici eroi in divisa che mercoledì hanno evitato la strage di bambini sull’autobus: il post è scritto dai loro colleghi e si intitola «Ai nostri Eroi di Milano»

«Nel giorno in cui nasce la primavera, festeggiamo cinquantuno bambini tornati a casa. Cinquantuno bambini, la primavera della vita. È stato tutto molto semplice, tutto come mille altre volte: una richiesta di soccorso, l’allerta della centrale, l’intervento. È stato straordinario. Voi in pochi di fronte a un autobus impazzito che vi speronava, a una minaccia terribile e mortale, alle fiamme che già divoravano le lamiere. Avete vinto. Nessuno si è fatto male, nemmeno chi di quell’orrore era stato l’artefice. Perché le vite si salvano tutte. Siete stati gli angeli della strada, i supereroi che volano fra i grattacieli proteggendo la metropoli, l’argine contro la follia. Noi in tanti, 110 mila, che di fronte a tanto abbiamo solo una parola. Grazie. Grazie per averci resi orgogliosi della nostra uniforme. Per aver ricordato chi sono i Carabinieri, che cosa fanno da più di due secoli. Sono quelli che corrono verso il pericolo laddove l’istinto umano è fuggirne. Quelli che vedono in ogni bambino un figlio, in ogni donna una sorella, in ogni anziano un genitore. Grazie perché domani sarete di nuovo sulla strada. Correndo alla prossima chiamata, pensando che in fondo non avete fatto che il vostro dovere».

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