Rinvenuta Epigrafe nel Monastero dei Padri Minori Osservanti; forse è la pietra di consacrazione della chiesa di Santa Maria Maggiore

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RINVENUTA UN’EPIGRAFE NELL’ANTICO MONASTERO DEI PADRI MINORI OSSERVANTI

Potrebbe trattarsi della pietra di consacrazione dell’antica e preesistente chiesa di Santa Maria Maggiore?

Nunzio Mastrorocco, Nicola Montenegro

Poco più di un lustro fa, durante i lavori di restauro conservativo attuati nella Chiesa di Santa Maria Maggiore in Acquaviva delle Fonti erano venute alla luce – coperte dall’attuale pavimentazione fatta eseguire dalla Confraternita di San Giuseppe nel 1895 – diverse fosse comuni ma anche numerose tombe di nobili famiglie locali; come noto, infatti, fino all’emanazione dell’editto napoleonico di Sant Cloud (1806), la sepoltura nelle chiese era prassi assai consolidata e frequente, e tale rimarrà in Acquaviva fin oltre la seconda metà dell’Ottocento.

I suddetti lavori di consolidamento avevano consentito, altresì, la ricomparsa dell’antica pavimentazione in cotto fiorentino della primitiva piccola chiesa dei Frati Minori Osservanti che occupava circa un terzo dell’attuale fabbrica parrocchiale.

Durante le operazioni di ripristino della zona absidale veniva rinvenuta (dopo circa cinque secoli) una lapide mutila e per metà sezionata e che, dopo essere stata ripulita, vede oggi degna collocazione in chiesa. Il frammento lapideo in questione fa intravedere la parte inferiore di uno stemma gentilizio e riporta solo due righe di quella che doveva essere l’iscrizione completa [S.NOBILIS.STRENV…D.ANIONII.F.ARCELLA.154…].

Epigrafe

Rinvenuta Epigrafe nel Monastero dei Padri Minori Osservanti; forse è la pietra di consacrazione della chiesa di Santa Maria Maggiore

La bussola della storia ci riporta nel passato, esattamente al 7 settembre 1525, quando il pontefice Clemente VII, al secolo Giulio de Medici, fresco d’investitura alla Cattedra di Pietro, concedeva a Giovanni Antonio Donato Acquaviva d’Aragona, signore di Acquaviva dal 1511 al 1554, l’autorizzazione a realizzare un convento per Frati Minori Osservanti di San Francesco, detti Zoccolanti, a causa degli zoccoli che indossavano.

Attraverso l’analisi della lapide e le primissime ricerche in archivio di fonti e documenti risalenti al XVI secolo, chi scrive ritiene che lo stemma parziale e il testo visibile presenterebbero qualche compatibilità: ci svelano che si tratterebbe di una nobile famiglia di Piacenza, gli Arcella, trasferitasi nel 1440 a Napoli, città nella quale la famiglia crebbe nel suo potere ed onore, essendo iscritta alla nobiltà del Seggio di Capuana ed imparentatasi proprio con la famiglia Acquaviva d’Aragona. Illustre personaggio di questa famiglia fu Fabio Arcella, nominato proprio da papa Clemente VII, nel 1527, chierico di Camera nonché “nuntio protonotario” apostolico, poi nunzio ordinario e collettore generale del Regno di Napoli. Si occupava anche di questioni politico-diplomatiche per la Senta Sede, fu inviato come vescovo a Bisignano (Cosenza), nel 1544 prese possesso dell’Arcivescovato di Napoli in qualità di vicario, concludendo la sua carica pastorale a Capua nel 1560.

La nostra iscrizione riporta la lettera “F” che precede proprio la scritta “ARCELLA”, sottolineando una seconda congruenza con il personaggio appena descritto. Inoltre, la presenza di una mutila data, racconta che siamo negli anni 1540-1549. E’ azzardato ipotizzare che il nunzio protonotario, già vescovo ed allora vicario della Arcidiocesi di Napoli sia stato ad Acquaviva in Terra di Bari per la consacrazione della primitiva Chiesa dei Padri Francescani Minori di Santa Maria Maggiore, la cui edificazione è ovviamente postuma al 1525?

Lo stato dell’arte non fornisce una risposta certa e definitiva a tale interrogativo ma l’auspicio più grande è quello che studiosi, esperti e professionisti della materia possano assieme far luce su quella che potrebbe rivelarsi una sensazionale scoperta sebbene minuscola tessera nell’immenso mosaico della Storia della nostra Città.

Bibliografia

Archivio della Reggia Giurisdizione de Regno di Napoli, di Bartolomeo Chioccarello, in Venezia 1721.

Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 3 (1961), Treccani.

Istoria del Concilio di Trento scritta dal Padre Sforza Pallavicino della Compagnia di Gesù, Tomo Sesto, in Faenza, 1797, nella Stamperia di Gioseffantonio Archi con Licenza dè Superiori.

Wadding, Annales Minorum, Tomo XVI, p. 675.

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