“Il cesso dei dannati!” Incubo disabilità alla Stazione Termini

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Brutta avventura per l’acquavivese Vincenzo Martielli, non vedente e costretto su una sedia a ruote, alla stazione Termini di Roma. In bagno dopo ore di ricerca e in condizioni igienico-sanitarie disastrose.

disabilità alla Stazione Termini di Roma, Brutta avventura per l'acquavivese Vincenzo Martielli

Vincenzo la moglie Pina da Papa Francesco

La denuncia arriva dal profilo Facebook di Vincenzo Martielli, acquavivese virtuoso, abile scrittore, poeta, cantante, musicista, ma anche grande conoscitore delle tradizioni del nostro paese. Il nostro “Palangridd” insomma.

Ebbene, questa volta Vincenzo ci racconta “a modo suo” la brutta esperienza vissuta durante un viaggio in treno la mattina dello scorso 31 Maggio 2017, quando gli è capitato di sostare alla stazione Termini di Roma, per circa tre ore, in attesa della coincidenza per Bari.

Nel suo post Vincenzo, che viaggiava con la moglie Pina, descrive la “caccia alla toilette” affrontata prima di guadagnare (si fa per dire!) l’accesso al tanto sospirato bagno per disabili che, per dirla a parole sue, era più che altro una boutique della zozzeria!

“Non è pensabile che nel 2017, in una città come Roma, la capitale di una Nazione che si ritiene civile, l’Italia, vi possa essere questa inciviltà nei confronti dei cittadini e a maggior ragione nei confronti di coloro che hanno problemi fisici.

Dove sono i dirigenti e responsabili della stazione, dov’è la Sindaca di Roma che riceve polizze a sua insaputa, i responsabili della ASL, dov’è la Lorenzin?

SE volete, diffondete! Mi assumo la responsabilità di quello che scrivo!”

In attesa di una risposta che non arriverà mai, vi auguro una serena notte.

Si conclude così il post che Vincenzo ha pubblicato su Facebook con la crudezza che deriva da una comprensibile indignazione che non riteniamo di dover stemperare.

Giulio Nardone, Presidente dell'Associazione Disabili Visivi ONLUS interviene sulla tutela della disabilità alla Stazione Termini

Giulio Nardone, Presidente dell’Associazione Disabili Visivi ONLUS

Sulla vicenda è intervenuto anche Giulio Nardone, Presidente dell’Associazione Disabili Visivi ONLUS, che ha così commentato:

Io invece mi auguro che la risposta arriverà, perché Vincenzo ne ha diritto e perché è nello stile di FS Italiane non trincerarsi dietro il silenzio.
Ma vorrei che fosse una risposta propositiva, che ci rassicuri sul fatto che la situazione non si ripeterà, né in quel luogo, né in altri di competenza di FS.
E voglio chiarire alcune cose: i servizi igienici per disabili non devono essere chiusi a chiave, costringendo  il disabile ad andare a cercare il personale, cosa che se non è accompagnato gli può anche risultare impossibile.
D’altra parte il fatto in oggetto dimostra due cose: la prima è che la chiusura a chiave non garantisce la pulizia; la seconda toglie l’alibi di una sporcizia appena provocata proprio dall’ultimo utilizzatore, dato che qualcuno ha richiuso a chiave e avrebbe dovuto verificare lo stato dei luoghi.
Per la precisione, il locale incriminato è quello che si trova entrando nella galleria gommata da Via Marsala, scendendo con il primo ascensore nel piano commerciale e a pochi metri di distanza dall’ascensore stesso.

IL CESSO DEI DANNATI

Nella foto Vincenzo Martielli che abbraccia un’altra delle sue passioni, la chitarra

Stasera vi racconto una bella storiella fresca fresca!

Ieri mattina, 31 Maggio 2017, mi è capitato di sostare alla stazione Termini di roma, per circa tre ore, in attesa della coincidenza per Bari.

Che dire: gente in ogni dove, gente di tutti i tipi e di tutte le razze, in attesa di partire o che arrivava, un vociare continuo di persone indaffarate e spaesate.

Quando gli addetti dell’assistenza disabili sono andati via, ho detto a mia moglie che avevo bisogno di andare in bagno, perchè, farlo in un treno in movimento è quasi impossibile.

Abbiamo cercato una toilette dappertutto, nessuna indicazione visibile, abbiamo chiesto a diversi addetti, i quali ci sballottavano da una parte all’altra della stazione, senza alcun risultato.

Alla fine, cerca e ricerca, abbiamo trovato l’ascensore che portava giù, nella galleria, là dove ricordavo ci fosse un bagno per disabili.

Abbiamo preso quell’ascensore, che ci ha portati esattamente nel posto che ricordavo io, proprio di fianco, c’era un bagno per disabili, la porta era chiusa a chiave, be, ho pensato: se la porta è chiusa a chiave, ci saranno degli addetti al bagno e quindi sarà ben tenuto!

Dopo alcuni tentativi fatti per chiamare qualcuno, finalmente si presenta un tizio con una chiave, che apre la porta e va via.

Appena entrato in quel posto, ho avuto come una sensazione sgradevole di quasi soffocamento da fetore, qualcosa di vomitevole, assurdo, una roba da farti morire prima di pisciare! insomma, la boutique della zozzeria!

Mi sono turato il naso, ho cercato di non respirare, ho fatto tutto molto in fretta, allo scopo di uscire quanto prima da quell’inferno dantesco!

ho pensato: questo è il cesso dei dannati, si dannati, perchè, noi che abbiamo una disabilità, dobbiamo essere dannati e magari ringraziare la stazione, il comune di Roma, lo stato, per averci concesso almeno quella fetenzia, degna di una cloaca massima.

Non è pensabile, infatti, che nel 2017, in una città come Roma, la capitale di una Nazione che si ritiene civile, l’Italia, vi possa essere questa inciviltà nei confronti dei cittadini e a maggior ragione nei confronti di coloro che hanno problemi fisici.

Certo, se penso a quanti milioni di euro sono stati spesi per organizzare il G7 a Taormina, o ancora il G7 dell’economia a Bari, mi viene davvero lo sconforto

Dove sono i dirigenti e responsabili della stazione, dov’è la Sindaca di roma che riceve polizze a sua insaputa, i responsabili della ASL, dov’è la Lorenzin?

Sono affaccendati a cercare un’altro modo per fregare i cittadini?

P.S.
Spero di no, ma se vi dovesse capitare di andare a Termini, potete fare delle verifiche!
P.S. 2
SE volete, diffondete!
mi assumo la responsabilità di quello che scrivo!

In attesa di una risposta che non arriverà mai, vi auguro una serena notte.

(Palangridd)

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