Per la riscoperta di un antico mestiere !
di Nunzio Mastrorocco
In una cronaca di Acquaviva delle Fonti del 1584 si legge “E’ detta hoggi Acquaviva per l’abbundantissima copia dell’acque sorgenti, non già dei fiumi correnti sopra la terra, ma di pozzi copiosissimi…”; vi è conferma, cioè, ben oltre quattro secoli fa, che il nome di Acquaviva dato alla nostra città rinviene – come noto – dall’atavica presenza, copiosa ed abbondante, di acque e di pozzi sorgivi da cui, fino ad un tempo non tanto remato, si “cavava” l’acqua per innaffiare orti e conciare pelli e cuoi”.
Proprio questa ricchezza d’acqua nella nostra terra ha favorito nel tempo lo sviluppo di arti e mestieri che in altri contesti viciniori non avrebbero avuto medesima sorte; nella stessa cronaca, infatti, si legge che “…vi sono in Acquaviva molte arti e diversi mesteri… [e]… due arti si fanno in quantità più delle altre: l’una di conceria (i conciapelli) per comodità di legna et acque, l’altra degli scarpai (calzolai) …”.
Si apprende, così, che proprio l’abbondanza di acqua ha sviluppato la ben nota maestria, in Acquaviva, per l’“arte calzaturiera”; in effetti, non pare eccessivo parlare di ‘arte’ allorquando con l’impiego delle sole proprie mani e di pochi ma indispensabili utensili (sapientemente maneggiati con abilità e destrezza) si riesce a governare un processo produttivo oggi massicciamente monopolizzato dall’industria su larga scala.
Così nell’era dell’economia globale e parcellizzata diviene sempre più raro ritrovare chi ha il coraggio di ricuperare gli antichi mestieri di una volta, quando, cioè, l’artigiano (propriamente detto), in autonomia, governava l’intero procedimento produttivo.
Ebbene, dal 30 maggio 2016 in Acquaviva, questo processo artigianale riprende vita grazie anche alla nascita di una nuova attività di “impresa” che opererà in Piazza Vittorio Emanuele, n° 42.
Il coraggioso artigiano che intende “concorrere” con i colossi industriali calzaturieri del pellame si chiama Leonardo Ascatigno; egli, mosso dalla passione e dalla professionalità ventennale acquisita, intende proporre alla propria clientela manufatti ‘Made in Italy’ di ogni genere (calzature, cinte, borse, etc.) in pelle ed in cuoio, seguendone artigianalmente e personalmente l’intera realizzazione: dai primi trattamenti della materia prima al confezionamento finale.
Certi che anche il recuperare un antico mestiere come quello del conciapelli e calzolaio, ormai quasi destinato a perdersi nella memoria dei nostri anziani, possa rappresentare un coraggioso atto di promozione culturale, non resta che rivolgere all’amico Leonardo un grande grazie ed un grosso in bocca a lupo per un’attività che possa rivelarsi anche (perché no?) foriera di un felice indotto economico e produttivo per l’economia cittadina.