Legalità: Premio Nazionale Pio La Torre per Carlucci e Busto
Il Premio Nazionale Pio La Torre è assegnato a giornalisti, sindacalisti e amministratori pubblici che si sono “distinti per l’impegno civile e politico, per la democrazia, per i diritti e la legalità”
Io lo so che per voi la mafia vi sembra un’onda inarrestabile. Ma la mafia si può fermare, e insieme la fermeremo.
Così scriveva il parlamentare comunista e sindacalista Cgil Pio La Torre, ucciso a Palermo da un commando mafioso il 30 aprile 1982.
Nel suo ricordo, in occasione del 36° anniversario dell’approvazione della legge Rognoni-La Torre, grazie alla quale venne introdotto il reato di associazione mafiosa, sarà assegnato a Roma il “ Premio Nazionale Pio La Torre ”.
L’evento, promosso dalla CGIL, insieme ad Avviso Pubblico e alla Federazione Nazionale della Stampa, premia annualmente giornalisti, sindacalisti e amministratori pubblici che si sono particolarmente distinti per l’impegno nel promuovere e diffondere la cultura della legalità e della responsabilità civile.
La giuria di quest’anno ha deciso di assegnare al Sindaco di Acquaviva Davide Carlucci e al Vicesindaco Austacio Busto un riconoscimento di questo importante premio per la categoria “Amministratori locali”. Il premio sarà consegnato nella sede nazionale della CGIL a Roma il prossimo 13 settembre.
La cerimonia “Storie di antimafia e d’impegno civile” si svolge il 13 settembre di ogni anno a Roma, giorno in cui venne approvata la legge n.646/1982, meglio conosciuta come legge Rognoni – La Torre, a seguito dell’omicidio del segretario del Pci regionale Pio La Torre il 30 aprile 1982, e del prefetto di Palermo, il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, avvenuto il 3 settembre, nella Strage di Via Carini.
Il Premio Nazionale Pio La Torre consiste nella consegna di una pergamena alla presenza dei rappresentanti nazionali di Cgil, Avviso Pubblico, Federazione Nazionale della Stampa italiana, della giuria – composta dallo storico Isaia Sales, dalla giornalista de Il sole 24 ore, Serena Uccello e dalla docente dell’Università di Bologna, Stefania Pellegrini – e di Franco La Torre, figlio di Pio La Torre.
“Oggi, a 35 anni di distanza, l’attualità descrive un’economia pesantemente infiltrata e inquinata dalla criminalità organizzata e dalle mafie” spiegavano i promotori in una nota diffusa in occasione dell’evento organizzato lo scorso anno: “Per sconfiggere un sistema criminale che trae forza dal suo potere economico è necessario unire le forze e le competenze istituzionali, del mondo del lavoro e della società civile. Ne va della vita democratica e delle prospettive di sviluppo del nostro Paese”.
“La giornata di oggi dimostra la presenza nella nostra comunità nazionale, funestata dalla presenza della criminalità organizzata, di numerosi esempi positivi che non finiscono sotto i riflettori, ma sono ideali testimoni di Pio La Torre – aveva dichiarato in occasione della cerimonia dello scorso anno Piergiorgio Morosini, membro del Consiglio Superiore della Magistratura – Un messaggio di speranza per tante persone sfiduciate che non credono più nelle istituzioni pubbliche. Le loro azioni quotidiane ci dimostrano che abbiamo tante risorse per costruire una società migliore”.
“La battaglia per la democrazia è la battaglia per la difesa dei diritti – così concludeva i lavori della edizione 2017 Franco La Torre, figlio del sindacalista e parlamentare assassinato dalla Mafia – Le persone che oggi hanno ricevuto il premio intitolato a mio padre sono testimonianza di un’amministrazione corretta che rende lo Stato vicino ai cittadini, di un’informazione che non si piega, di un sindacato che afferma il diritto al lavoro. Sono testimoni e difensori dei principi contenuti nella nostra Costituzione”.