L’Ex-macello sarà restituito ai cittadini. Storia di spreco e abbandono

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L’Ex-macello sarà restituito ai cittadini

L’assessore Bruno parla del percorso con la Small di Bari

(La Voce del Paese – Edizione Acquaviva 16 settembre 2016)

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Rassegna Stampa

Acquaviva – La collaborazione è da circa un anno: “L’associazione Small è una realtà di Bari che si occupa del riutilizzo degli immobili dismessi e della loro riappropriazione: beni dapprima fuori dalla percezione dei cittadini, diventando dei buchi neri nella città. Nel nostro caso, dei grandi ripostigli per gli sprechi. La riappropriazione degli spazi, per la Small, prevede fasi successive per sviluppare dei progetti. Noi con questa associazione abbiamo avuto modo di cominciare a collaborare dal luglio del 2015: quando abbiamo fatto una carovana di bici da bike sharing che andava in giro per il paese. Abbiamo fatto un tour dal macello comunale, poi visto l’oleificio Casalini, il ricovero di mendicità vicino la stazione, la villa Perrone adiacente alla stazione e la cantina sociale… E grazie a questo tour, i cittadini hanno visitato posti chiusi da dieci anni. Bloccati da dieci anni. Lo scorso luglio abbiamo realizzato l’open day nell’ambito del macello: dove prima c’è stata l’illustrazione di un progetto complessivo di riqualificazione. Abbiamo pubblicamente dichiarato che gli spazi sono molto ampi: e parliamo di circa 500 metri quadri al coperto e di mille metri quadri di spazio restante all’aperto. In questi spazi si possono pensare diverse funzioni: è possibile uno multifunzionale con destinazioni diverse. E noi, con l’associazione Small, abbiamo attivato questo percorso nelle scuole e sono stati distribuiti dei questionari alle elementari, alle medie e alle superiori. Abbiamo chiesto quali potessero essere le esigenze del territorio relative a queste fasce sociali. Sono stati raccolti centinaia di questionari che sono stati arricchiti da altrettanti documenti di medesimo tipo compilati dai cittadini acquavivesi che hanno partecipato all’open day. Come già detto, abbiamo cercato di coinvolgere i cittadini: abbiamo spiegato il nostro percorso progettuale, poi è stato fatto fare anche un concerto… seguito da molte persone. Per fare aggregazione. L’idea che noi avremmo è innanzitutto razionalizzare il materiale depositato per cominciare a ragionare anche su un possibile riutilizzo nell’ambito del Comune. Ovviamente verrà spostato da qualche altra parte”. – E quindi, un nuovo ripostiglio comunale… Ma possibilmente meno caotico e dove non favorire gli sprechi. “Nell’area esterna, e parliamo di mille metri quadri, si potrebbero avere grosse potenzialità da subito. Possiamo pensare ad un cinema all’aperto, ad un mercato ortofrutticolo a chilometro zero o anche un luogo ricreativo per i cittadini di quartiere. Il prossimo passaggio che faremo è fare sintesi sulle centinaia di questionari che andranno analizzati con l’associazione Small. E una volta fatta la sintesi, bisognerà capire come sviluppare una progettualità che possa essere più opportuna”.

SAVERIO F. IACOBELLIS

Storia di spreco e abbandono

ex-macello-la-voce-del-paese-16-settembre-2016Acquaviva – “Odissea nel dimenticatoio”. – L’amministrazione Carlucci, da un anno, mira alla restituzione ai cittadini del plesso-ripostiglio dell’ex-Macello comunale: una realtà decisamente ampia fra spazi chiusi e all’aperto e luogo interessante al fine di un dibattito di riqualificazione. Ovunque è ancora pieno di oggetti abbandonati, nonostante negli ultimi mesi è stato grande l’apporto volontario e diretto di alcuni componenti politici carlucciani, assieme a tecnici e operai: “Questa scala, come vedi, è imballata. Però questa è stata acquistata e sta lì da almeno sette anni: acquistata per non essere utilizzata. In più, ci sono articoli sparsi da decenni e pezzi fuori norma. Questa è una lavastoviglie nuova acquistata quindici anni fa. I neon potrebbero rompersi da un momento all’altro. Ma qui ci sono anche pezzi in amianto. A quanto, dovresti aggiungere che c’era una infinità di gatti morti e di escrementi. Non abbiamo trovato topi.” L’escavatorino inutilizzato: “Questo l’abbiamo venduto per 15mila euro dalle 40mila iniziali e abbiamo fatto un affare: però, come Comune, abbiamo perso 15mila euro. E l’escavatorino viaggia non a contachilometri ma ad orario di lavoro: e quindi ogni ora di lavoro scatta. Ma non ha il quarto d’ora. E il quarto d’ora di lavoro non risulta nemmeno fatto. Perché è andato giù dal camion e l’hanno rimesso senza realmente utilizzarlo e l’hanno poi riportato qui fermo dal 2005. Sta qui dal 2005 e ce ne siamo accorti quando abbiamo avuto accesso a questo spazio che era off limits per tutti.” 3.000 paia di scarpe abbandonate: “Poi c’è la storia delle scarpe di Pino Chiechi. E dietro c’è una morale bellissima, perché Pino Chiechi è un signore che si è preoccupato di trovare una convenzione, anche semplicemente verbale, con il Baricentro, per non far buttare le scarpe demodè. E se le faceva dare. Le dava al Comune di Acquaviva per poterle distribuire poi alle famiglie meno abbienti. Poi, dopo sei mesi, è stato messo fuori dall’amministrazione del tempo… forse perché troppo in gamba e le scarpe sono rimaste qui dal 2005 chiuse in quello sgabuzzino. Oggi alcune le abbiamo ritrovate marce e il 50% le abbiamo dovute buttare. Stiamo parlando di quasi 3.000 paia di scarpe: si sono conservate meglio le De Fonseca e queste le abbiamo date ai servizi sociali. E questo spiega perché dopo è durato sei mesi”. Quasi tutto da buttare, erano soldi pubblici: “Il 90% di queste cose del plesso, che vedi, possono essere buttate ed occupano uno spazio che si poteva dare dieci anni fa alla comunità. E questi spazi ora liberati hanno chiaramente un altro effetto. Bisognerebbe immaginare le potenzialità di questo posto: qua ci sono le sedie del teatro comunale. Qui già poteva ospitare un cinemino da cinquanta posti, uno spazio per convention, per presentare libri e per far venire le classi. Queste sedie sono del teatro, adesso ti faccio vedere il proiettore. Qui c’erano frigoriferi rotti e un gran cumulo assurdo di estintori: anche se scarichi, hanno ancora 3 bar dentro. Queste sono tutte le basi delle urne dove si andava a votare, e questa qui è una giostrina nuova del 2002. E questo è il proiettore del cinema del teatro: lo stesso del film “Nuovo Cinema Paradiso”. Vedi il posto? Qui, abbiamo svuotato parte dell’interno e l’esterno per poter fare l’open day di luglio: e tutto questo l’abbiamo fatto con la forza delle nostre ernie”.

SAVERIO F. IACOBELLIS

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