Generazione default: liberi di riflettere
Il disagio si “sente”, ma non necessariamente si “vede”.
di Maria Gargano
Dopo la pubblicazione dell’articolo Generazione default, avvenuta giovedì scorso, riguardante un’aggressione che sarebbe stata perpetrata da alcuni minori nei confronti di un quarantenne, volta a sollevare una naturale riflessione sulle mancanze emozionali – comportamentali degli adolescenti del nostro paese, ci sentiamo in dovere di riprendere la questione.
Riportiamo di seguito il commento postato nella pagina Acquavivapartecipa e nel gruppo Acquaviva Partecipa sotto i commenti intercorsi:
”… L’articolo si concludeva con una esortazione: “parliamone’’. Alcuni commenti sono stati scarni, altri hanno evidenziato l’esigenza di una maggiore chiarezza e precisione in relazione alla notizia proposta. E’ necessario, a questo punto, approfittare della possibilità che ci si era riservati di modificare/approfondire/rettificare la notizia stessa, per chiarire che l’intento di chi scrive non era quello di dare una notizia di cronaca, ma di offrire uno spunto di discussione sulle problematiche degli adolescenti, sulla loro educazione e sulla prospettiva di una loro crescita consapevole e rispettosa delle regole e delle persone. Sotto questo profilo, la notizia non necessita di altri elementi che la specifichino, e voleva essere solo un esempio, uno spunto rispetto a quello che la realtà ci propone. La notizia, in realtà, è solo e soltanto quella che i nostri ragazzi, anche in una cittadina come la nostra, vivono un disagio che pare suscitare la paura, la condanna o l’indifferenza degli adulti, ma non la loro riflessione sul punto. L’intento dell’articolo non era quello di criminalizzare nessuno, né tantomeno limitarsi a giudizi sommari, di circostanza o di moralismo spicciolo, ma soltanto capire cosa gli adulti ed i genitori possono fare per colmare quel vuoto di prospettive, ideali, principi e sogni che agli adolescenti di oggi paiono mancare, o per capire quali siano le loro vere emozioni e prospettive. E’ utile allora rinnovare l’invito a parlare dell’argomento “disagio giovanile” specificando che la riflessione di ciascuno di noi sulle cause e sui possibili rimedi è utile ed indispensabile.”
Il disagio si “sente”, ma non necessariamente si “vede”. La nostra, quindi, vuole essere una premura a carpire i segnali che i ragazzi ci inviano del loro fisiologico ”malessere” dovuto al bombardamento ormonale e psicologico che questa delicata fase di crescita comporta, l’adolescenza.
Suggeriremmo, a questo punto, alla nostra amministrazione comunale, sempre attenta alle esigenze giovanili, la realizzazione di eventi che pongano al centro questo tema e forniscano i mezzi idonei all’ascolto dei giovani da parte di noi adulti e l’occasione, per i ragazzi, di affrontare tematiche delicate ma fondamentali per il loro corretto sviluppo emotivo.