“Miulli, testamento tradito”. Natale torna alla carica sulla natura giuridica dell’ospedale

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Gli-ospedali-di-acquaviva“Da un attento e sincero raffronto fra le decisioni del Governatore dell’Ospedale di Acquaviva delle Fonti e le benevole volontà di Francesco Miulli, ci appare inequivocabile il tradimento delle disposizioni del fondatore, cosa, questa, che ha già creato le condizioni per il realizzarsi dell’alternanza, prevista dal Testamento dell’Avvocato Francesco Miulli, nella carica di Governatore dell’Ente fra l’Arciprete (ora Vescovo) e il Sindaco di Acquaviva delle Fonti. Ciò che il fondatore dell’Ospedale non poteva prevedere era lo sviluppo sistemico del potere politico. Non poteva immaginare che i rappresentanti della comunità e gli apparati ecclesiastici sarebbero divenuti i pilastri fondamentali su cui si sarebbe retto il futuro Sistema sociale. Quelli che nel 1700 il fondatore dell’Ospedale di Acquaviva ipotizzava come poteri distinti, tanto da porli uno a controllo del’altro, sono divenuti pilastri dello stesso “sistema politico globale””. E’ la tesi, piuttosto forte, che Michele Natale enuncia nel suo libro “Gli ospedali di Acquaviva – Dall’Hospitale Milium all’Ospedale Miulli”. Il testo, a cura del “Centro Studi Antonio Lucarelli”, è appena stato pubblicato ed è destinato a far discutere. Inserendosi nel solco della pubblicistica locale critica nei confronti del potere clericale che da anni gestisce l’ospedale cittadino, Natale, storico esponente della sinistra d’ispirazione trotzkista acquavivese, ripercorre tutte le tappe che, dal Medioevo a oggi, hanno portato alla nascita dell’importante nosocomio. L’autore si sofferma poi sui condizionamenti che la presenza di una chiesa palatina avrebbe creato nei rapporti tra potere ecclesiastico e quello laico. Più avanti si esamina il senso “sociale” del testamento del Miulli in un’epoca caratterizzata da povertà e malattie da un lato e da “angherie e vizi dei feudatari” dall’altra. Proseguendo nell’opera di ricostruzione già avviata dal compianto Giuseppe Ieva e da Vitantonio Petrelli, Natale passa poi in rassegna i “tentativi di appropriazione” da parte del clero, ai primi del Novecento, che giungono definitivamente a segno con la nota del Ministero dell’Interno del 1971 con la quale si rileva la “natura ecclesiastica” dell’ospedale. Il resto è storia dei nostri giorni: i vari tentativi di rivendicare la natura pubblica da parte dei comitati, con i quali Natale si dichiara in linea. “Per l’avvio di una nuova fase della lotta per l’Ospedale Miulli occorrerà coinvolgere e impegnare il multiforme panorama sociale della nostra città, dai dipendenti del Miulli ai cittadini, dagli ammalati ai giovani disoccupati”, perché “è ora di creare le condizioni perché chi governi l’ospedale Miulli lo faccia obbedendo alle scelte della gente”.

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