“Predisposizioni genetiche nel Covid sintomatico”: anche l’acquavivese Raffaele Palmirotta nello studio internazionale
C’è anche l’acquavivese Raffaele Palmirotta, dell’Università di Bari, nel gruppo di ricercatori italiani che ha redatto uno studio su come il patrimonio genetico e le varianti geniche possano influenzare lo sviluppo dei sintomi nei pazienti Covid-19 rispetto a quelli asintomatici.
Lo studio ha evidenziato differenze statisticamente rilevanti negli Snp (Polimorfismi genici) dei geni Ace2, Ace11 e Agt che potrebbero rappresentare uno strumento prezioso per prevedere l’esito clinico dei pazienti infetti da Sars-CoV-2 ed intervenire tempestivamente con terapie.
La ricerca, di recente pubblicazione sulla rivista internazionale: “Pharmacogenomics and Personalized Medicine” nasce dalla collaborazione multidisciplinare di ricercatori e medici di diverse istituzioni sanitarie italiane, tra questi, oltre al professor Raffaele Palmirotta dell’Università di Bari, la dottoressa Tina Cafiero e il professor Salvatore Pisconti dell’ospedale Moscati di Taranto; il dottor Felice Rosapepe, la dottoressa Maria Pia Ottaiano, il dottor Giulio Benincasa, la dottoressa Romina Perone e la dottoressa Elisa Varriale del Pineta Grande Hospital di Caserta, eccellenza ospedaliera e con propensione alla Ricerca Scientifica finanziatore dello studio, in collaborazione con il dottor Gerardo D’Amato e la dottoressa Agnese Re dell’Università Cattolica, la dottoressa Alessandra Micera e il dottor Andrea Cacciamani della Fondazione Bietti di Roma.
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Lo studio ha evidenziato differenze statisticamente rilevanti negli Snp (Polimorfismi genici) dei geni Ace2, Ace11 e Agt che potrebbero rappresentare uno strumento prezioso per prevedere l’esito clinico dei pazienti infetti da Sars-CoV-2 ed intervenire tempestivamente con terapie quando il paziente non è ancora gravemente sintomatico.
In questo modo si può prevedere una predisposizione genetica per gravi danni agli organi interni e prognosi sfavorevole nei pazienti con malattia Covid -19, come osservato nei pazienti sintomatici rispetto a quelli asintomatici.