Stasera Carlucci chiude la campagna elettorale per Abbaticchio: l’intervista di Acquaviva Partecipa

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Questa sera, alle ore 20:00, in piazza Vittorio Emanuele, il Sindaco Davide Carlucci chiuderà la campagna elettorale per +Europa e Italia in Comune, a sostegno della candidatura alle europee di Michele Abbaticchio, Sindaco di Bitonto e Vicesindaco della Città Metropolitana di Bari.

Abbiamo incontrato Carlucci prima del comizio per fargli qualche domanda sul perché del suo appoggio spassionato al collega Michele Abbaticchio candidato di +Europa e Italia in Comune. 

Carlucci chiude la campagna elettorale in sostegno di Abbaticchio: l'intervista di Acquaviva Partecipa

Carlucci chiude la campagna elettorale in sostegno di Abbaticchio: l’intervista di Acquaviva Partecipa

Davide Carlucci, lei è sindaco di Acquaviva e sta appoggiando spassionatamente un suo collega, Michele Abbaticchio di Bitonto. Come mai questo endorsement così sfacciato? Non sarebbe consigliabile una maggiore prudenza?

Niente affatto. Se appoggio in maniera così calorosa un candidato è perché il suo progetto è il mio progetto: creare una rete di amministratori civici che, dal basso, ribaltano gli schemi della politica, archiviano la stagione dei furori ideologici, delle clientele e dell’odio, e mettono al centro i cittadini e le loro comunità. Questo progetto ha un nome e cognome, “Italia in Comune”, il partito post-populista di cui Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma fuoriuscito dai 5 Stelle è il leader nazionale. Io ricopro la carica di vicecoordinatore regionale.

Qual è il risultato che si aspetta? Qual è la soglia al di sopra della quale può cantare vittoria?

Non riesco a fare calcoli, onestamente. Qualche consenso lo prenderemo. E in ogni caso un dato è già acquisito: fino a poco tempo fa eravamo solo liste civiche sparse qua e là che cercavano di rinnovare la politica a livello cittadino. Oggi siamo un partito nazionale che non deve sentirsi inferiore a nessuno, e che può cominciare a parlare a tu per tu con gli interlocutori politici nazionali ed europei, parlando il linguaggio delle nostre strade di campagna, dei nostri giardini da curare, delle nostre aree industriali da potenziare per poter ospitare imprese che possano assumere disoccupati e impedire la fuga di tanti giovani al nord.

Perché gli assessori, i consiglieri e i militanti che l’hanno sostenuta ora tifano Abbaticchio?

Sono molte le ragioni che ci spingono a sostenere Michele Abbaticchio, candidato nella lista di +Europa alle elezioni per il rinnovo del parlamento europeo del 26 maggio.
Ma poiché noi abbiamo un’ispirazione civica, vogliamo partire da quella più concreta, legata alla nostra città: lo sosteniamo perché lo abbiamo visto al lavoro.
Lo abbiamo “misurato”, ad esempio, nell’impegno per l’attuazione del Piano periferie della Città metropolitana nella nostra città. Era l’estate del 2016 e Michele, vicesindaco metropolitano con delega alla pianificazione strategica, ci chiama per informarci che stava per essere pubblicato un bando della presidenza del consiglio dei ministri che avrebbe potuto consentirci di presentare progetti di riqualificazione delle nostre periferie. “Dovete spicciarvi a mandarci un progetto esecutivo – si raccomanda con il suo solito tono poco formale – perché dobbiamo presentare un’unica proposta in cui inseriamo quelle di tutti i Comuni dell’area metropolitana”. Naturalmente, non ce lo siamo fatti dire due volte: in pochi giorni l’elaborato era pronto. Ripeschiamo e aggiorniamo un vecchio progetto nascosto in un cassetto dell’Ufficio tecnico, lo aggiorniamo, lo adeguiamo alle esigenze che avevamo comunicato a una progettista dell’Utc, la quale aveva già abbozzato il disegno di un campo di calcetto con parco giochi annesso. Ed ecco confezionato il documento da presentare alla Città metropolitana che Abbaticchio ci aveva chiesto. Lo studio viene inserito, insieme a quelli degli altri 40 Comuni, in un’unica elaborazione che viene inviata alla Presidenza del consiglio dei Ministri, e poco prima di Natale, sotto l’albero arriva il regalo: quarantuno milioni per riqualificare le periferie del Barese e per realizzare altri interventi in tutta l’ex Provincia. E 622mila euro sono per il parco urbano che sta sorgendo in questi giorni, dopo mille peripezie e complicazioni burocratiche, nella cosiddetta “ex zona 167” che presto avrà un volto e un nome diverso.

Dunque, si sente in qualche modo obbligato per il suo impegno per Acquaviva?

Non è proprio così. Il fatto è che Abbaticchio esprime quella capacità di progettazione di cui il Sud ha bisogno come il pane. Un modo di amministrare che si basa su un doppio sguardo: un occhio verso i bisogni dei cittadini, delle imprese, dei disoccupati, delle famiglie in difficoltà, e un occhio verso le opportunità che i finanziamenti comunitari, nazionali e regionali mettono a disposizione per dare una risposta a quelle necessità.
Solo così possiamo pensare di riscattare il nostro Mezzogiorno, da troppo tempo puntualmente illuso dal colonizzatore di turno, il quale cerca, spesso riuscendoci, di sedurre il nostro popolo per poi tradirlo con gli interessi di poteri forti localizzati fuori dalla nostra terra.
Abbaticchio è noto anche per il suo impegno sul fronte della legalità.
In questi anni, in effetti, ha dovuto fare i conti, invece, con i mali della nostra Puglia, a cominciare dalla criminalità, che lui ha combattuto con tutte le sue energie, al punto da diventare, in qualità di vicepresidente nazionale dell’associazione di Comuni “Avviso Pubblico”, un punto di riferimento per chi lotta contro le mafie.
E’ riuscito a costruire, con “Cantieri dal Basso”, una rete di liste civiche pugliesi che hanno deciso di pesare e farsi sentire nei tavoli della politica, anche sfidando il sistema dei partiti. Solo contro tutti, ha vinto per due volte le elezioni a Bitonto parlando il linguaggio della legalità e della concretezza e trasformando una città da cui stare alla larga in uno dei posti più interessanti per la sua attività culturale, per i suoi diciotto festival, e per i tanti locali del centro storico frequentati da giovani.

Quali sono le linee guide di Italia in Comune?

in ogni città, in modo costruttivo e pacato, vogliamo migliorare le loro comunità, puntando sulla partecipazione, sulle buone prassi, sulla difesa dell’ambiente, sulla valorizzazione dei prodotti agricoli, sull’innovazione.
Un’Italia che finalmente si lascia alle spalle il populismo, l’improvvisazione, l’incompetenza, l’odio, il razzismo, e comincia a studiare soluzioni per le sue mille comunità, dando la massima priorità alla pianificazione dello sviluppo nelle nostre zone industriali o ad altri fattori centrali nel rilancio dell’economia. Perché solo così possiamo frenare l’emorragia dei nostri cervelli, il capitale umano che ogni giorno di più stiamo regalando ad altre regioni o ad altre nazioni.

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