PD: giuste le porte chiuse. Carlucci: ok ma ora togliamo il segreto

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Anche Il Gruppo Consiliare PD di Acquaviva, dopo la presa di posizione del Movimento “VIVA”, ha diffuso un comunicato stampa per spiegare come mai il Consiglio Comunale, lo scorso 21 Settembre, ha votato per discutere in seduta segreta i due punti all’ordine del giorno che prevedevano il dibattito sulle vicende relative agli arresti dell’operazione “Pura Defluit”.

I Consiglieri del PD affermano che la seduta segreta è solo una modalità per assicurare la trattazione di argomenti riservati, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 38 del Tuel che disciplina il funzionamento dell’Assemblea.

Tra i punti all’ordine del giorno discussi in seduta segreta, anche una interrogazione sui fatti oggetto dell’indagine rivolta al Sindaco Davide Carlucci dal Capogruppo PD Giovanni Nettis, il cui testo e la relativa risposta, insieme al verbale del dibattito, si dichiara di aver trasmesso alla competente Procura della Repubblica per le valutazioni del caso.

Di seguito, il testo integrale del comunicato e la replica di Carlucci:

Il 21 settembre è stato convocato il consiglio comunale con due punti all’ordine del giorno riguardanti la vicenda “Pura Defluit”. Nel rispetto delle norme e del vigente Regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale, agli articoli 6 e 10, l’assise è stata convocata in seduta segreta come avviene quando i fatti oggetto della discussione riguardano persone. Alla richiesta di aprire le porte, il gruppo consiliare del Partito Democratico, nel rispetto delle norme e del parere del Segretario Generale dell’Ente, si è espresso in aula per non dare pubblicità alla seduta.

Abbiamo deciso di attenerci alla norma, abbiamo fatto una scelta non solo legittima ma anche giusta garantendo il rispetto delle regole perché per noi è impossibile fare politica senza osservarle. La nostra decisione va contro chi pensa erroneamente che la sala consiliare sia l’aula di un tribunale o il palcoscenico di un talk-show, al contrario essa rappresenta la massima assise democratica e in quanto tale deve essere tutelata. È la ragione per cui esiste un regolamento di cui noi siamo e saremo sempre rispettosi osservatori e gelosi custodi.

La motivazione di tale decisione risiede nel ruolo e nella funzione riconosciuta dalla legge e dallo statuto al Consiglio Comunale, quale organo istituzionale che deve sempre operare nel rigoroso rispetto dei principi della nostra carta costituzionale garantendo che i dibattiti e le discussioni, nella vivacità della contrapposizione politica, non violino il diritto all’integrità morale dei singoli consiglieri o di terze persone non presenti in aula, inteso come il diritto del soggetto all’onore, al decoro personale, alla reputazione.

È il regolamento che, ai sensi del comma 2 dell’art. 38 del Tuel, disciplina il funzionamento dell’Assemblea e in particolare stabilisce le modalità per la discussione delle proposte, e che deve assicurare un corretto e democratico confronto politico.

La seduta segreta è una modalità per assicurare la trattazione di argomenti riservati, nel rispetto della spontaneità e freschezza del dibattito osservando i diritti della personalità di tutti i soggetti interessati.

Abbiamo invece ritenuto che il Consiglio Comunale dovesse essere informato su eventuali altri aspetti della vicenda di cui fosse ancora all’oscuro e che non fossero coperti dal segreto istruttorio, attraverso un’interrogazione, e che il testo della stessa interrogazione e della risposta, insieme al verbale del dibattito, venisse trasmesso alla competente Procura della Repubblica, nel cui operato professiamo assoluta fiducia, dichiarandoci al tempo stesso disponibili a fornire tutti i chiarimenti che gli organi inquirenti ritengano di dover acquisire in merito ai fatti oggetto dell’indagine.

La replica di Carlucci:

sindaco davide carlucciOgni iniziativa che punti all’accertamento della verità e ben accetta da parte di questa amministrazione – ha commentato Carlucci – non è ben chiaro, tuttavia, quali siano gli “eventuali altri aspetti della vicenda” di cui il Consiglio possa “essere ancora all’oscuro” e che sarebbero contenuti nell’intterrogazione di Nettis.

Poiché nella sua esposizione in consiglio non ne ho ravvisati, chiedo che il contenuto dell’interrogazione e la mia risposta siano desecretati e resi noti all’opinione pubblica, magari anche attraverso un dibattito pubblico.

Se non si fa questo si rischiano di alimentare insinuazioni e dietrologie, un approccio da “buco della serratura” all’indagine giudiziaria e ai suoi risvolti politici che io invece voglio assolutamente evitare, mettendo tutte le carte sul tavolo.

Nella sua interrogazione, infatti, e nella sua risposta, in cui si dichiara “non soddisfatto” Nettis fa delle allusioni.

Fa capire che Marco Cuffaro, l’ex dirigente dell’Utc da me nominato, sarebbe arrivato ad Acquaviva in base a chissà quale pressione o suggerimento politico e non in base a un curriculum che vantava tantissime esperienze nazionali e internazionali.

Una raccomandazione c’è stata e ha riguardato altra persona coinvolta nelle indagini, come ho riferito all’autorità giudiziaria, alla quale chiederò anche l’autorizzazione a rendere noto quanto ho fatto mettere a verbale.

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