Come coltivare il porro in modo naturale

Coltivare il porro in modo naturale richiede pazienza, ma non è complicato. È una pianta che non pretende troppo, ma bisogna preparare bene il terreno. Prima di tutto va lavorato in profondità, almeno una trentina di centimetri. Meglio se il suolo è di medio impasto, con buon drenaggio. L’aggiunta di compost maturo o letame stagionato aiuta parecchio. Evitare zone dove prima c’erano altri ortaggi della stessa famiglia aiuta a prevenire malattie.

Di cosa ha bisogno il porro

Il porro ha bisogno di spazio e luce. Si può seminare in vaschette o contenitori alveolati, oppure comprare le piantine già pronte e trapiantarle. Chi parte dal seme, deve tenere conto del tempo: ci vogliono alcune settimane prima che le piantine siano pronte per andare in piena terra. Il trapianto si fa quando sono alte almeno 15 cm, con radici ben formate. La semina, per chi segue il calendario lunare, va fatta in luna calante.

Una pratica utile è la consociazione. Coltivare porri vicino a carote o sedano non solo fa risparmiare spazio, ma aiuta anche a tenere lontani certi insetti fastidiosi, come la mosca del porro. Le carote, per esempio, confondono i parassiti con il loro odore. Queste combinazioni non fanno miracoli, ma funzionano abbastanza bene se si cerca di evitare i prodotti chimici.

L’acqua va data con costanza. Non troppa, ma nemmeno poca. Il terreno deve essere sempre un po’ umido, mai inzuppato. Meglio usare un annaffiatoio come un impianto a goccia, così si evita di bagnare le foglie. Troppa umidità sulla parte aerea della pianta può favorire marciumi e malattie fungine, soprattutto se il clima è umido.

Come curare il porro durante la crescita

Con il tempo, i porri crescono in altezza e diventano più robusti. Per ottenere un gambo chiaro e tenero, è utile rincalzare la pianta. Significa aggiungere terra attorno al flusso man mano che cresce, così resta più coperto dalla luce. Questa operazione si può fare due o tre volte durante la crescita. Aiuta anche a tenere ferme le piante contro il vento.

Durante tutta la coltivazione, bisogna combattere le erbacce. Crescono ovunque e rubano nutrimento. Il modo più semplice è strapparle a mano o usare una zappa piccola, facendo attenzione a non disturbare le radici dei porri. Un trucco utile e pacciamare il terreno con paglia o erba tagliata: riduce le infestanti e mantiene l’umidità.

Se il terreno è povero o le piante sembrano ostentare, si può dare una piccola spinta con un concime naturale ricco di azoto, come il macerato d’ortica. Basta non esagerare, perché troppo azoto rende le piante più fragili. La crescita deve essere lenta e costante. Un porro troppo veloce diventa spesso vuoto all’interno e meno saporito.

Protezione da malattie e parassiti

Parassiti e malattie ci sono, anche nell’orto naturale. I più frequenti sono la mosca del porro e i tripidi. Per tenerli lontani si può vaporizzare acqua con un po’ di sapone di Marsiglia o olio di neem. L’odore li infastidisce e riduce i danni. Alcuni mettono delle reti leggere sopra le file, specie nei mesi caldi, quando gli insetti sono più attivi.

La raccolta richiede un po’ di pazienza. Servono almeno quattro mesi dal trapianto per ottenere porri maturi, ma molto dipende dalla varietà e dal clima. Si estirpano con una forchetta da giardino, sollevando delicatamente per Non spezzare il gambo. I porri si possono raccogliere fino all’inverno inoltrato, resistono abbastanza bene al freddo.

Che ha poco spazio può coltivare il porro anche in vaso, purché sia profondo almeno 30 cm. Il vaso va tenuto in un luogo soleggiato, e bisogna stare attenti all’acqua che tende a evaporare più in fretta rispetto all’orto. In balcone conviene usare varietà più compatte. La rincalzatura si può fare anche lì, magari con terriccio leggero.

Attenzione al clima

Il clima influisce molto sulla coltivazione. Il porro ama il fresco e cresce bene con notti fredde e giornate miti. Non teme il gelo, anzi migliora il sapore dopo le prime brinate. Però d’estate, in zone molto calde, tende a rallentare o diventare fibroso. In quei casi, meglio anticipare la semina o scegliere varietà più resistenti al caldo.

Chi vuole seguire un approccio più legato ai cicli lunari può seminare in luna calante, soprattutto se si punta su una crescita forte delle radici. Alcuni lo fanno anche per il trapianto. Non è una scienza esatta, ma in molti trovano utile questa pratica. Alla fine, il legame con la terra passa anche da gesti semplici, che si tramandano.

Coltivare porri richiede un po’ di costanza ma dà soddisfazione. È una pianta che occupa poco spazio, dura a lungo e si conserva bene dopo la raccolta. In cucina è versatile, e in inverno fa comodo averne qualcuno pronto nell’orto. L’importante è non avere fretta, osservare le piante e adattarsi ai cambiamenti del tempo e del terreno.

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