Terriccio universale: cosa contiene davvero e come riconoscere quello di qualità

Elemento indispensabile per quasi ogni forma di coltivazione, il terriccio universale è di fatto la “base” dove vengono piantate le varie forme di vegetali ma anche, naturalmente i semi delle specie più diversificate.
Tuttavia non tutti i tipi di terriccio universale sono uguali, in quanto non è presente solo terreno ma anche altri elementi. Come riconoscere uno di buona qualità?

Cos’è il terriccio universale?

Viene chiamato in questo modo “generico” un composto formato da terra ed altri elementi selezionati in modo piuttosto preciso, che rappresentano in molti casi la risorsa basilare per la coltivazione. Spesso si trovano in sacchi più o meno grandi, acquistabili presso negozi di giardinaggio ma anche al supermercato ed in negozi generici.

Per una tradizionale pianta da balcone o da orto, il terriccio universale solitamente è una scelta quantomeno sufficiente per garantire un buon compendio di nutrienti. Tuttavia come intuibile ne esistono svariate versioni e tipologie, con percentuali diverse di terreno, ma anche elementi che servono alla stabilità della pianta e per garantire un buon drenaggio.

E’ importante riconoscere anche uno fresco, quindi sufficientemente umido e non troppo compatto, rispetto ad uno magari molto più secco e stantio.
Il terriccio universale risulta essere qualcosa di indispensabile per i lavori di giardinaggio, anche se non sempre siamo portati a soffermarci su “cosa è davvero”. Cosa c’è nel terriccio universale?

Composizione

Sono essenzialmente 3 le categorie di elementi presenti in un qualsiasi terriccio universale, ovviamente il terreno quindi la “terra” ed altri elementi di natura organica, che servono a migliorare l’apparato nutrizionale delle piante che ne entrano a contatto. Quindi vari tipi di humus e compost, che sono di natura quindi organica.

Sempre presenti oltre ad elementi organici, quelli inorganici, quindi quelli che sono “inerti” ma che sono fondamentali per la stabilità e per garantire alle specie vegetali innestate nel terriccio in questione una certa forma di drenaggio, ma anche per portare una buona “tenuta” di nutrienti durante le irrigazioni, condizione fondamentale.

In ultimo, il terzo elemento è evidenziato da vari tipi di compost e fertilizzanti che possono essere sia di natura organica e quindi naturale al 100 %, quindi con scarti vegetali, ma anche di natura chimica come fertlizzanti di sorta. In ogni caso si tratta di elementi aggiuntivi che forniscono una buona protezione e varietà di nutrienti.

Quale scegliere?

Non esiste il terreno “che va bene per tutto” ma è comunque possibile trovare quello giusto. L’universale solitamente ha una composizione equilibrata tra gli elementi evidenziati e tende ad essere abbastanza ricco di azoto rispetto ad altri minerali, oltre ad avere una acidità medio alta, ma non eccessiva, dal pH posizionato tra 5,5 e 7.

Non deve presentare però troppi elementi, ed in ogni caso deve avere una composizione al tatto solo leggermente umida e mai eccessivamente compatta. L’universale, anche uno di non eccelsa qualità è adatto per le piante giovani o adulte, ma non è la soluzione ideale per la semina, in quanto questi vegetali nel primo stadio di vita necessitano di altri elementi.

Per le piante arbustive conviene adottare un terriccio universale con una maggior quantità di elementi inerti, quindi adatti al drenaggio, come la sabbia, torba o pietra pomice sminuzzata. Anche in questo caso devono essere presenti buone proprietà di azoto che favorisce la resistenza delle foglie e la crescita di nuovi arbusti.

Il terriccio per le piante da fiore o frutti

Se disponiamo di un orto o un giardino, l’universale “di base” non è la scelta perfetta: in questo caso conviene puntare su prodotti più specifici, oppure fare ricorso ad un terriccio universale ben bilanciato, da arricchire però con altri elementi come ad esempio un quantitativo di sabbia oppure torba, oltre a concimi naturali come il letame.

Questo perchè le piante da fiore e quelle da frutti necessitano di un buon equilibrio tra i minerali ed hanno bisogno di una costante irrigazione, specialmente nei mesi caldi, allo stesso tempo il substrato non deve mai essere troppo appiccicoso ma anche presentare una base che al tatto appare e viene percepita come poco portata a restare “in blocchi”.

Per le piante grasse anche in questo caso conviene fare ricorso ad un quantitativo pari ad almeno il 20 % di sabbia o ghiaia fine: si tratta di specie che sono abituate a sopravvivere con facilità anche in periodi piuttosto lunghi di aridità quindi senz’acqua, per questo il tradizionale terriccio universale non è la scelta migliore.

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