Carlucci al Centrosinistra Pugliese: “Abbiamo vinto ma non frammentiamoci più”

Shares

Il sindaco Davide Carlucci propone la sua riflessione sulla frammentazione del voto del Centrosinistra Pugliese: “oltre il 15 per cento dei pugliesi che hanno scelto Michele Emiliano, un terzo dei suoi sostenitori, non ha rappresentanti in consiglio regionale. Alla fine sono rimasti con un pugno di mosche in mano”. 

Davide Carlucci e Michele Emiliano del centrosinistra pugliese

Carlucci al Centrosinistra Pugliese: “Abbiamo vinto ma non frammentiamoci più”

di Davide Carlucci

Abbiamo salvato la Puglia. E questo è straordinario e ci impone di lavorare pancia a terra sui problemi quotidiani dei pugliesi.

Il voto pugliese, però, impone una riflessione che può riguardare anche il destino del centrosinistra nazionale. Oltre il 15 per cento dei pugliesi che hanno scelto Michele Emiliano, un terzo dei suoi sostenitori, non ha rappresentanti in consiglio regionale.

Questo è il risultato delle visioni miopi di alcuni candidati, che volevano a tutti i costi essere eletti in liste senza concorrenti, anziché confrontarsi con big forti in cartelli elettorali maggiormente attrattivi.

Alla fine sono rimasti con un pugno di mosche in mano.

Avere più “cavalli in corsa” è però convenuto allo stesso presidente, che in questo modo ha potuto beneficiare di una grande mobilitazione e di un’accentuata competizione interna.

Dunque, dobbiamo capire quali siano i limiti e quali le conseguenze negative di uno schema del genere.

Il male è la frantumazione della proposta politica che porta al disorientamento dell’elettore e alla dispersione del voto. Il bene è che così si può vincere.
Ma non sempre può andar bene.

E soprattutto, non è affidandosi all’aritmetica che possiamo costruire una Puglia migliore, che non si limiti a ruotare intorno a un valoroso leader, che restando solo con il suo potere rischia di commettere errori, com’è già successo.

Una Puglia che consolidi la sua vocazione di laboratorio di innovazione a livello nazionale manifestata da Vendola prima e poi dallo stesso Emiliano.

Tutti i soggetti che sono restati fuori dal consiglio regionale, in nome di un’idea civica, ambientalista, meridionalista, ugualitaria e legalitaria, a cominciare da Italia in Comune, il partito di cui sono vicecoordinatore regionale, devono mettersi insieme una volta per tutte e ricominciare a parlare.

Per fortuna non più per concordare strategie elettorali. Ma per tornare ad avvicinare alla politica, facendoli partecipare alla democrazia, i giovani, i lavoratori precari, i disoccupati, gli agricoltori in difficoltà, le partite iva colpite dal virus, i migranti, i nuovi e vecchi esclusi.

Per raggiungere questo obiettivo, propongo un incontro, anche qui ad Acquaviva, fra tutte queste forze, coinvolgendo anche chi in consiglio regionale è riuscito a entrare.

E proviamo a capire, a cominciare dall’attuazione del programma, che ha avuto una gestazione plurale e partecipata, come possiamo evitare di disperdere tutta la mobilitazione, l’entusiasmo e il fermento di idee e progetti che si è creato durante la campagna elettorale.

Acquaviva, con quasi il 50% dei voti a Michele Emiliano, ha capito che non era il caso di cambiare. Sarei intellettualmente disonesto se dicessi che questo è un voto ascrivibile solo ai meriti di questa amministrazione: molti voti sono stati assegnati semplicemente a Emiliano, senza ulteriori indicazioni.

Francesca Pietroforte ha fatto una figura egregia, anche fuori dei confini comunali, dimostrando di aver acquisito una credibilità e autorevolezza conquistata nel suo incarico di consigliera metropolitana attraverso interventi di grande spessore culturale.

Ottimo anche il risultato Gino Capozzo, da me sostenuto personalmente ma amato a prescindere da molti concittadini: ha dimostrato che esiste una Acquaviva che crede nei valori del civismo e persegue da trent’anni un disegno di rinnovamento della politica e della società acquavivese destinato a radicarsi nelle coscienze.

Dalla parte della nostra amministrazione ci sono i due candidati più suffragati. Insieme, rispetto al 2015, hanno raddoppiato i consensi della pur lusinghiera performance di Franco Chimienti (quasi 1500 voti) nonostante vi fossero, questa volta, altri quattro concittadini in lista con i riferimenti regionali dell’opposizione.

Non è un risultato da poco. Ma è uno sprone a fare di più e meglio per la nostra amata città.

Davide Carlucci

Potrebbero interessarti anche...