Il randagismo ad Acquaviva: punto della situazione

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Il randagismo ad Acquaviva è un problema complesso che diversi soggetti, enti, associazioni, amministratori stanno cercando di affrontare ormai da diversi anni.

Il randagismo ad Acquaviva

Il randagismo ad Acquaviva: punto della situazione

Quando un cittadino vede un cane randagio o un branco, deve avvisare la Polizia Municipale, piuttosto che altri soggetti, come le Guardie zoofile ambientali, che intervengono in altre situazioni, ad esempio quando ci sono dei casi di maltrattamenti a cani cosiddetti “padronali”.

Il cittadino, se ritiene, può provare a ritrovare l’eventuale proprietario condividendo foto sui social locali o attraverso le associazioni di volontariato. Qualora il cane non avesse un padrone, il cittadino può, nella migliore delle ipotesi, pensare a una adozione eseguendo tutte le procedure per iscrivere il cane all’anagrafe canina, effettuare visite e vaccinazioni del caso.

Altra ipotesi è far adottare il cane a tutto il quartiere: i regolamenti attuativi della legge in materia prevedono la possibilità di far circolare un cane nel territorio qualora fosse giudicato mansueto e avesse un “tutore” referente, responsabile di vaccinazioni e microchip.

Dopo la segnalazione del cittadino la Polizia Municipale avvisa la ASL locale della presenza di uno o più randagi affinchè la ASL organizzi la concreta cattura e l’accompagnamento dell’animale presso le strutture di accoglienza comunali.

Ad Acquaviva l’azienda con cui la ASL ha una convenzione per l’accalappiamento non sempre riesce a catturare i cani con gli strumenti a sua disposizione, previsti dal capitolato concordato. A causa di questa situazione da diverso tempo il Sindaco di Acquaviva, Davide Carlucci, auspica un maggior impegno della ASL locale, che spesso effettua degli interventi non risolutivi.

Negli ultimi mesi l’Amministrazione, con l’Assessore delegato Franco Chimienti, sta cercando di catturare i cani senza proprietario che circolano nel territorio comunale attraverso l’installazione di gabbie-trappola.

Nell’ultimo mese, l’Assessore e la Polizia municipale hanno catturato con questo sistema una decina di cani, molti dei quali bisognosi di cure, che sono stati ospitati nel canile comunale e sottoposti a microchippatura, vaccinazione e sterilizzati, per i quali ci si augura una pronta adozione.

Qualora il canile andasse in esubero di presenze, il cane ormai curato e giudicato non aggressivo, stando ai regolamenti precedentemente citati potrebbe essere rimesso sul territorio comunale.

L’assessore Chimienti ringrazia le dipendenti del Canile Comunale “sempre disponibili e molto attente alle necessità degli ospiti”, la Polizia Municipale per i costanti interventi e i cittadini della contrada Sant’Elia per il continuo monitoraggio della gabbia-trappola collocata in zona e le rapide segnalazioni in caso di cattura, in modo da ridurre il disagio del cane catturato.

L’Assessore, in merito ai recenti episodi di cattura, riferisce del cane “Penny”, così chiamato perché ritrovato in pessime condizioni presso il supermercato omonimo. Il cane presentava ferite e molte problematiche di salute: è stato catturato con la gabbia e adesso è ospitato al canile, sta visibilmente migliorando e aspetta si spera un proprietario.

La gestione del canile è in scadenza e si sta approntando il capitolato per l’assegnazione futura. Nel frattempo l’Amministrazione continuerà con le azioni finora intraprese.

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