Piangiolino: “Comitati di Quartiere, per una comunità cittadina più consapevole”

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato diffuso dal Consigliere Antonio Piangiolino del Movimento “VIVA” a seguito dell’avvio del percorso che porterà alla nascita dei Comitati di Quartiere, deliberato nella seduta consigliare dello scorso 8 Maggio 2020. 

Nella sua nota, Piangiolino auspica che il percorso sinora tracciato vada avanti spedito e con il principale intento di raggiungere grazie ai Comitati di Quartiere quanti più cittadini possibile: “portare questo provvedimento aveva un valore molto importante, perché si trattava di un percorso pienamente condiviso anche con i rappresentanti di minoranza, che intende segnare l’inizio di un processo che può condurci a vivere in una comunità cittadina più consapevole e partecipe al bene comune”.

Antonio Piangiolino, tra i principali artefici dei Comitati di Quartiere di Acquaviva

Piangiolino: “Comitati di Quartiere, per una comunità cittadina più consapevole”

Questo il comunicato di Piangiolino:

Lo scorso 08 Maggio 2020 è stato deliberato l’avvio del percorso che porterà alla nascita dei comitati di quartiere.

Perché adesso, in questa emergenza? Che importanza può avere un regolamento di qualcosa che, se ci va bene, potremo adottare forse l’anno prossimo? Non ci sono cose più urgenti?

Sì. Ci sono cose più urgenti che però si stanno facendo e ci sono dati a conforto di tutto l’impegno profuso dall’Amministrazione Comunale in tal senso.

Portare questo provvedimento aveva un valore molto importante, perché si trattava di un percorso pienamente condiviso anche con i rappresentanti di minoranza, che intende segnare l’inizio di un processo che può condurci a vivere in una comunità cittadina più consapevole e partecipe al bene comune.

Nei lavori è stato invitato, per proposta del consigliere Colafemmina, anche Don Mimmo Natale, che ci ha fornito preziosi spunti per rivolgere il nostro impegno ancor più decisamente verso il bene comune e l’inclusione.

Come ho riferito in Consiglio, all’irruzione del COVID-19 l’urgenza dell’attivazione dei processi partecipativi è risultata evidente a tutti: la pandemia ci ha messo nella condizione di passare dall’​ognuno per se​ al ​tutti per uno e uno per tutti​.

Ci sta costringendo, purtroppo drammaticamente, a riscontrare la nostra prossimità e la nostra interdipendenza. Le mie scelte sono rilevanti per la comunità; non posso fare come mi pare! Ho la libertà del bene, ma non sono libero di procurare il male agli altri, non proteggendoli se non utilizzo, ad esempio, i dispositivi di protezione.

Quindi il corona virus ci impone di partecipare alla salvaguardia di un bene comune, la salute, e di avviare un cambiamento e una trasformazione dei nostri stili di vita e dei nostri spazi, attraverso un impegno a privilegiare come vettore dello sviluppo l’etica, in questo caso declinata nel valore della prossimità e della comunità.

Nel futuro prossimo aumenterà la domanda di beni e servizi di prossimità e, quindi, la responsabilità di una comunità territoriale unita crescerà e dovrà muoversi sia dal punto di vista pubblico che da quello privato.

Questo è l’ambizioso progetto di cui i Comitati di Quartiere sono uno strumento. Ecco la necessità di non perdere tempo e di massima condivisione con tutte le componenti politiche cittadine, anche di minoranza.

Tuttavia, durante il Consiglio Comunale, sono emerse alcune contraddizioni dai comportamenti e dalle parole dei membri di minoranza della prima commissione che non vorrei inficiassero l’ottimo lavoro svolto fino a quel punto.

A seguito dell’articolato e positivo lavoro svolto in commissione abbiamo proposto al Consiglio Comunale un regolamento che, tra l’altro, prevede ​un periodo transitorio di 6 mesi nel quale ​saranno proposte le iniziative di pubblicità alla cittadinanza attraverso l’affissione pubblica e la home page del sito istituzionale dell’Ente comunale.

Saranno, altresì, convocate riunioni pubbliche in ogni Quartiere individuato all’art. 2 del Regolamento, nel corso delle quali i membri della I Commissione, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, illustreranno il funzionamento dei Comitati, anche attraverso l’apporto di testimonianze di membri dei Comitati di Quartiere di altri Comuni o esperti di processi di partecipazione e/o co-governance​. ​

Al termine del periodo transitorio il Presidente del Consiglio provvederà a pubblicare la convocazione istituzionale della prima Assemblea di Quartiere.

Questo periodo è quindi concepito come un tempo di informazione e formazione per cittadini e amministratori, propedeutico alla comprensione e realizzazione di questo importante strumento di partecipazione.

L’irruzione del COVID-19 ci ha però costretti a casa e quindi abbiamo dovuto emendare il regolamento con uno slittamento dei sei mesi al termine delle disposizioni di contenimento della pandemia.

Personalmente mi sembrava una buona idea proporre che il tempo che ci separa dalla fine delle restrizioni, potesse essere adoperato per ​integrare ​quei sei mesi che verranno, con una formazione “multimediale” che cioè potesse svolgersi nonostante la forzata permanenza a casa.

Quindi si proponeva di non escludere che la informazione potesse già iniziare attraverso gli strumenti possibili, per poi far partire la fase dei sei mesi di vera e propria formazione dal vivo, al termine dell’emergenza.

Ma questo ha scatenato prima la veemente protesta del consigliere Colafemmina che sbattendo la porta ha lasciato la chat della commissione, affidandosi per diffondere il suo messaggio, ad un social media, cioè utilizzando proprio uno di quei canali che si contestano invece a fini formativi.

Ha seguito questa direzione anche il consigliere Maurizio che, intervenuto invece in commissione, è riuscito ad affermare quanto segue: ​”la minoranza non condivide l’aggiunta di un canale di formazione, non previsto prima, che non si presta alla finalità formativa che si vuole perseguire, che crea una arbitraria discriminazione di cittadini, precisamente tra coloro che sono in grado di utilizzare gli strumenti informatici da chi non è in grado di usarli. Si va a creare una condizione di vantaggio per eventuali persone che volessero assumere dei ruoli di direzione del Comitato di Quartiere, senza un confronto paritario con altri membri del Comitato a fronte di nessuna utilità reale di questa anticipata partenza a favore di pochi”.

Cioè, una proposta che intende proprio sortire l’effetto opposto, cioè quello di allargare la platea dei cittadini e fornire un’ulteriore opportunità formativa, viene tacciata di ​arbitraria discriminazione volta a creare vantaggio per qualcuno (a tal proposito è opportuno ricordare che nei comitati non abbiamo previsto alcun ruolo di direzione).

Non è mai venuto in mente ai due colleghi consiglieri, di fare delle controproposte, visto che in seno alla commissione la bozza di emendamento era aperta alla discussione di tutti.

Invece l’atteggiamento è stato quello di disertare l’incontro di commissione (il consigliere Colafemmina) o di opporsi strenuamente senza essere propositivi (il consigliere Maurizio).

Sarebbe stato bello interrogarsi sui dubbi e magari pensare che, per allargare a più cittadini le possibilità di conoscenza e approfondimento dei comitati, avremmo potuto chiedere il coinvolgimento delle emittenti televisive e radiofoniche locali, ad esempio. Niente di tutto questo invece.

La brutta sensazione che sia stato più importante utilizzare questo pretesto per non votare con la maggioranza, purtroppo è per me molto plausibile. Infatti, un consigliere ha partecipato al consiglio solo per il tempo necessario a protestare (anche perché nella delibera non si faceva riferimento a sua precedente mozione a proposito, a suo tempo votata favorevolmente dal Consiglio, riferimento aggiunto prontamente in delibera), per poi abbandonare la seduta prima della votazione. L’altro si è invece astenuto.

E così abbiamo un regolamento condiviso, ma non votato da chi ci ha collaborato.

Non deve sorprendere poiché, nella stessa seduta, la minoranza aveva applaudito alla disponibilità della maggioranza di condividere un percorso sulla revisione dei valori di certe aree fabbricabili, ma si è vista bene dal fare lo stesso convergendo almeno su qualcuno dei provvedimenti di emergenza pubblica deliberati dalla maggioranza. Al lettore le deduzioni del caso.

Cosa accadrà da oggi? Parlando personalmente continuerò a credere nella cittadinanza attiva e nel fatto che gli strumenti di partecipazione siano uno strumento indispensabile ed utile, ma solo nella misura in cui vengano proposti “non” come espressione partitica o faziosa.

Come già dicevo ieri: le amministrazioni passano, ma i cittadini restano e gli organi di partecipazione dei cittadini non possono e non devono dipendere da nessun movimento o partito, ma essere espressione della città.

Pensando agli adempimenti proposti nel regolamento per i Comitati di Quartiere, spero che la minoranza voglia ancora cercare di collaborare, ma auspico che il percorso tracciato vada comunque avanti spedito e con il principale intento di raggiungere quanti più cittadini possibile.

Durante le crisi solitamente viene meno la consapevolezza del “noi”, perché gli “io” diventano talmente giganteschi da impedire di vedere il “noi”.

Questa pandemia sta invece mettendo in luce proprio quel “noi” della solidarietà reciproca.

Speriamo di essere capaci, anche noi politici, di cogliere questo insegnamento della storia.

I cittadini ci guardano.

Antonio Piangiolino

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