Nuova Acquaviva: un paese paralizzato dai soliti (ig)noti

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Il consigliere comunale di Nuova Acquaviva Sergio Carlucci offre la sua analisi dei fatti che hanno interessato il possibile insediamento ad Acquaviva di un biodigestore anaerobico della frazione umida dei rifiuti per la produzione di biogas.

Il rendering di un biodigestore anaerobico della frazione umida dei rifiuti per la produzione di biogas

Nuova Acquaviva: un paese paralizzato dai soliti (ig)noti – nella foto il rendering di un biodigestore anaerobico –

La procura della Repubblica di Bari è stata informata di un reato ambientale che è consistito nel riempimento di una dolina carsica.

Il sito dove si è verificato il reato ambientale non è un posto qualsiasi ma ricade nei lotti dove potrebbe sorgere uno stabilimento per la trasformazione dei rifiuti in biogas.

La stessa ditta che intende insediarsi ad Acquaviva con la costruzione di un biodigestore anaerobico della frazione umida dei rifiuti ha dapprima indicato nei progetti depositati la presenza della dolina, garantendone la preservazione (si tratta infatti di un sito protetto, per via della sua importanza dal punto di vista idrogeologico) e ha tempestivamente e per prima denunciato l’accaduto alla procura.

A questa prima denuncia ne è seguita un’altra a firma di tutti i consiglieri di opposizione.

Questa seconda denuncia non aggiunge nulla di nuovo alla prima, né la rafforza.

A prescindere da come la si pensi rispetto a un progetto che sulla carta è ad impatto ambientale Zero, stiamo parlando di una opportunità di gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in maniera da abbattere i costi (specialmente per quanto riguarda la TARI) e innescare un processo che si inserisca appieno nei meccanismi della cosiddetta economia circolare.

La partita non è ancora conclusa e già si sono posizionati gli opposti schieramenti, pronti a darsi battaglia sulla scorta non già di dati tecnici ma di prese di posizione che sembrano essere del tutto ideologiche.

Prima che la parola passi alla cittadinanza, occorre constatare quanto la possibilità di insediamento da parte di nuove aziende sul territorio acquavivese sia stata puntualmente ostacolata nel corso degli ultimi 30 anni da dinamiche molto spesso poco chiare.

L’analisi offerta dal consigliere comunale Sergio Carlucci è un contributo, una chiave di lettura dei fatti che ha il fine di coinvolgere la cittadinanza in un momento delicato per la sua economia e per il suo sviluppo in termini di programmazione e di tutela dell’ambiente.

Il commento del consigliere comunale di Nuova Acquaviva Sergio Carlucci

“Insomma, la banda del cassonetto selvaggio, i nostalgici del percolato, quelli delle ex discariche poste sotto sequestro della magistratura, adesso ci danno dei criminali ambientali. O lasciano intendere che sia così, o tirano in ballo un non meglio precisato criminale ambientale.

Sanno perfettamente che una simile accusa ci ferisce nel profondo, data la nostra storia. Un percorso politico che ci ha visti sempre in prima linea nelle battaglie ambientali. Ebbene, questi paladini del verde (virante al marrone del fango dei loro sproloqui), per mettere in atto questa loro farsesca inchiesta, prendono a pretesto la possibilità che si insedino due aziende sul nostro territorio operanti in ambito ambientale, appunto. Il comune, infatti, per legge, è tenuto ad esprimersi su entrambi. Un parco eolico e un biodigestore anaerobico.

Nel primo caso parliamo di 6 pale alte 200 m. Nel secondo caso parliamo di un impianto in grado di trasformare la frazione umida dei rifiuti in biogas. Per quanto riguarda le pale eoliche, il comune è chiamato ad esprimersi insieme a decine di altri enti. L’orientamento di questa amministrazione comunale, come si evince dalle dichiarazioni e dei comunicati pubblicati, non è favorevole, sebbene il procedimento non si sia ancora concluso.

L’impatto paesaggistico, infatti, insieme ad una serie di altre problematiche che verranno esplicitate in incontri pubblici, ci portano a valutare sfavorevolmente un insediamento di questo tipo. Questo almeno è l’orientamento di chi scrive.

Nel secondo caso, invece, riteniamo che accogliere un’azienda sul nostro territorio in grado di produrre vantaggi sia in termini economici che ambientali possa essere un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Riteniamo che difendere l’ambiente non significhi vestire i panni degli integralisti ma consista, piuttosto, nel saper discernere tra ciò che è utile e ciò che è dannoso. All’economia, alla salute, all’ambiente. Ma prendere queste decisioni significa attenersi ai dati ai progetti alle carte. Significa coinvolgere la popolazione e coinvolgere i tecnici del settore. Non abbiamo mai creduto che le problematiche complesse potessero essere affrontate con semplici ricerche su Google. La complessità richiede studio, impegno, serietà, analisi.

E mentre qualche smanettone pensa di liquidare la faccenda con qualche click ci sono consiglieri comunali che stanno approfondendo l’argomento con ore ed ore di duro studio. Tutta la polemica montata su questi due fatti che non hanno ancora avuto pieno sviluppo è, pertanto, assolutamente strumentale. Senza contare che, sullo sfondo della polemica, si sono verificati fatti gravi e sui quali è indispensabile che la magistratura indaghi.

Su questo aspetto tuttavia è bene per il momento tacere, affinché chi è preposto a farlo, sia messo nelle condizioni di accertare i fatti. Per concludere, è bene che i cittadini riescano a decifrare bene quello che sta accadendo e che nel farlo si ricordino di tutte le opportunità di crescita economica che il nostro paese si è lasciato sfuggire per colpa della miopia e della pochezza dei suoi amministratori pubblici.

In ogni caso la collettività verrà messo nelle condizioni di poter giudicare, con tutti i dati necessaria farlo in piena consapevolezza. Nel frattempo, sentiamo di voler mettere in guardia la popolazione dal rischio di cadere in una trappola che potrebbe ancora una volta compromettere il futuro della nostra economia. Questa storia non è iniziata ieri ma almeno 20 anni fa e riguarda l’urbanistica, il territorio, la programmazione, lo sviluppo economico di Acquaviva.

Quello che sta cercando di fare questa amministrazione è di spazzare via una volta per tutte quella mentalità che ha soffocato lo sviluppo del paese. Chiediamo agli acquavivesi di aiutarci a portare avanti una rivoluzione tanto attesa e necessaria.

Vogliamo che capiate la delicatezza del momento: è in gioco la legalità, è in gioco lo sviluppo, è in gioco la costruzione di un futuro più vivibile è più sano. Sotto tutti i punti di vista. Sappiate che sullo sfondo di queste polemiche si muovono interessi oscuri. Gli stessi interessi privati che hanno paralizzato il paese negli ultimi 30 anni”.

Sergio Carlucci, Consigliere comunale per la Lista Civica “Nuova Acquaviva”. 

 

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