Calo demografico, Carlucci: “O sblocchiamo o a casa”

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Con una nota diffusa in rete il Sindaco Davide Carlucci prende spunto dal calo demografico registrato ad Acquaviva per dire che la città ha bisogno di uscire dall’immobilismo dopo decenni di scelte sbagliate in campo urbanistico.

“Se qualcuno intende bloccare il mio impegno per lo sviluppoconclude il suo intervento Carluccilo denuncerò pubblicamente e chiederò un chiarimento, anche al costo di interrompere anticipatamente il mio mandato”

Calo demografico, Carlucci: "O sblocchiamo o a casa"

Calo demografico, Carlucci: “O sblocchiamo o a casa”

  • Questa la nota di Carlucci: 

“Dal 2001 a oggi Acquaviva ha perso 1090 abitanti, passando da 21613 a 20523 residenti.

Invecchiamento demografico, certo, ma non solo: pesano molto le cancellazioni verso altri Comuni, che nell’ultimo anno sono state 264 contro 211 iscritti da altre località, con un saldo negativo di 53 unità.

Queste informazioni – per le quali ringrazio il consigliere delegato agli aspetti demografici dottor Nunzio Mastrorocco – ci dicono che la nostra città ha bisogno di uscire dall’immobilismo al quale l’hanno costretta decenni di scelte sbagliate in campo urbanistico.

Noi abbiamo iniziato a invertire la tendenza approvando il documento di rigenerazione urbana, avviando il Pug e sbloccando alcune lottizzazioni. Ma non basta.

Alla rigenerazione urbana non ricorre nessuno perché non è abbastanza attrattiva fino a quando sarà in vigore il Piano Casa.

Sul Piano Casa Acquaviva ha ereditato una decisione che, nel 2009, escludeva dall’applicazione tutte le zone F, S, D, rendendo la nostra città tra le più ingessate da vincoli della Puglia.

Tanto che chi sta utilizzando quello strumento sta corrodendo il patrimonio edilizio cittadino, demolendo, sia pure nel rispetto delle norme, anche edifici con pregio storico, anziché trasformare in residenze e spazi a disposizione della collettività i ruderi in abbandono che tutti possiamo ammirare nelle aree marginali del centro abitato.

Aggredito dai ricorsi, il Piano Casa è nella sua fase terminale perché la Regione, dopo gli eccessi consentiti finora – altrove, non certo ad Acquaviva – sembra orientata a superare questo strumento.

Ora o mai più, dunque, è possibile eliminare i vincoli e consentire il ricorso dei privati al piano per provare a dare un po’ di ossigeno all’edilizia cittadina e frenare l’emorragia di famiglie verso altri paesi.

Diversamente, se prevarrà la logica del “niente a nessuno” che vuole conservare tutto com’è – nella convinzione che la fortuna imprenditoriale di qualche imprenditore sia necessariamente in contrasto con l’interesse della comunità, o che il successo del professionista concorrente sia da combattere con tutti i mezzi perché si antepone a tutto il proprio interesse – saremo corresponsabili dello svuotamento e della paralisi definitiva della nostra città.

Mi sono ricandidato e sono stato rieletto per cercare di far uscire questa città dallo stallo in cui versano molti comparti della nostra economia.

Se qualcuno intende bloccare il mio impegno per lo sviluppo, lo denuncerò pubblicamente e chiederò un chiarimento, anche al costo di interrompere anticipatamente il mio mandato.

Non sono qui per vivacchiare, non ho bisogno dell’indennità da sindaco per vivere, ho un lavoro e se devo andare avanti devo essere messo in condizione di cambiare il mio paese”.

Davide Carlucci

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