Colafemmina sul comunicato di Abc: “per una memoria condivisa occorre guardare al bene comune”

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Il Consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Colafemmina replica al comunicato della Lista ABC di Acquaviva in polemica con la mozione che impegna il Comune ad intitolare una via o una piazza a Norma Cossetto. 

“Invito il consigliere Leo Laterza, che di tanti giovani acquavivesi ha interpretato la volontà di rinnovamento della politica, a confrontarsi pubblicamente in una diretta online sull’efficacia del ricordo e sul valore incarnato da una giovane universitaria vittima della violenza cieca della guerra e dell’ideologia, e sui rischi che fenomeni simili, declinati in forme nuove, si ripetano nelle nostre società, pacificate sì, ma ciononostante sempre più esposte all’ambiguità morale, all’incertezza economica, all’assenza di sogni e prospettive per il futuro”.

Francesco Colafemmina sul comunicato di Abc

Colafemmina sul comunicato di Abc: “per una memoria condivisa occorre guardare al bene comune”

La replica di Colafemmina al comunicato della Lista ABC di Acquaviva

Non avrei voluto rispondere alle evidenti provocazioni di chi partendo da ABC quale acronimo originario di “Acquaviva Bene Comune” in realtà intendeva ispirarsi ad un “bene” meramente “comun…ista”, continuando a vivere un po’ come quel giapponese, Hiroo Onoda, che si arrese solo nel 1974…e rievocando i partigiani titini con la stella rossa quali sinceri amici degli italiani e non carnefici di migliaia di innocenti occultati nelle foibe.

Tuttavia, visto che le accuse di essere strumento, sia il sottoscritto che il Consiglio che ha votato la mia mozione, di una operazione nostalgica, volta a riabilitare repubblichini e fascisti, nonché i riferimenti ad aspetti “morali” e non meramente politici relativi alla suddetta mozione, mi offendono come uomo come padre e come cittadino di questa Repubblica, non posso esimermi dallo scrivere due righe.

Se è vero, come diceva Ennio Flaiano, che i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti, è altresì evidente che quest’ansia di leggere cenni o residui di fascismo ovunque non fa altro che rivelare la profonda intolleranza di chi, sconfitto dalla storia, superato da una trasversale maggioranza consiliare, cerca di sporcare la memoria delle foibe con un indegno comunicato e di mantenere in vita la propria presenza facendo al momento opportuno un po’ di sgraziato rumore.

Norma Cossetto è stata ricordata nel 2020 in occasione del centenario della sua nascita. In quell’occasione decisi di presentare una mozione, ma per via di una strana accelerazione nella discussione in Consiglio, mentre ero nella segreteria del Comune a stampare il testo della mozione, si passò rapidamente al punto successivo. Così la mozione slittò a giugno, ma preferii evitare di parlarne, visto che il Covid ci poneva dinanzi ad altre impellenze e promisi di ripresentarla in occasione del prossimo giorno del Ricordo. Questa iniziativa è promossa dal Comitato 10 febbraio e da diverse associazioni di esuli non connotate da alcuna tendenza politica o ideologica, ma col solo intento di ricordare una ragazza simbolo della violenza dei partigiani titini e una pagina troppo a lungo dimenticata della recente storia italiana.

Ciò non significa né assolvere il nazifascismo dai suoi crimini, né tentare revisionismi, ma tributare l’onore della memoria, attraverso un volto noto – quello di Norma – alle migliaia di volti sconosciuti di italiani inermi che finirono nel buio delle foibe e dell’oblio o svanirono nei campi di concentramento dei comunisti jugoslavi. Significa anche potersi servire della memoria quale monito: contro le violenze delle ideologie, contro le violenze sugli innocenti, contro le violenze sulle donne. Questi temi sono ben più attuali e coinvolgenti delle puntuali fughe in avanti dei nostalgici del comunismo jugoslavo che il 10 febbraio di ogni anno non riescono a trattenere l’automatismo di reazione alla celebrazione del ricordo delle foibe, attraverso le loro stucchevoli precisazioni, le rettifiche e le narrazioni emotive da veri e propri sacerdoti della storia. Sconfitti da quest’ultima, continuano a lottare contro la riscoperta di una storia per troppo tempo negata. E gettano il fango del revanscismo dei vinti sulla memoria di quelle vittime, assecondando peraltro quel giustificazionismo combattuto fermamente dal magistero di ben tre presidenti della Repubblica, che secondo la narrazione di ABC sarebbero dunque complici di deliranti quanto risibili riabilitazioni di repubblichini e nazifascisti.

Siccome però ritengo che la figura di Norma costituisca un modello di esercizio della memoria per la carica simbolica e l’efficacia paideutica della sua vita e della sua morte, specie per le giovani generazioni, invito il consigliere Leo Laterza, che di tanti giovani acquavivesi ha interpretato la volontà di rinnovamento della politica, a confrontarsi pubblicamente in una diretta online sull’efficacia del ricordo e sul valore incarnato da una giovane universitaria vittima della violenza cieca della guerra e dell’ideologia, e sui rischi che fenomeni simili, declinati in forme nuove, si ripetano nelle nostre società, pacificate sì, ma ciononostante sempre più esposte all’ambiguità morale, all’incertezza economica, all’assenza di sogni e prospettive per il futuro.

Solo così avremo l’opportunità di dimostrare che il mondo vive al di là del binomio retorico, del riflesso pavloviano “comunismo vs fascismo”, ridicolo oltre che offensivo per i nostri concittadini ed elettori. E che quando discutiamo della storia non lo facciamo per una sorta di onanismo intellettuale o per rivendicazioni ideologiche ormai fuori dal tempo, ma per avere occasioni utili a riflettere su come non dico migliorare, ma preservare la nostra società e i nostri figli da sempre nuove minacce e sempre nuovi pericoli. Nell’interesse generale, quel bene comune che non è né appannaggio della destra, né della sinistra, ma dovrebbe esserlo di tutti. Ed è questo, a mio modesto avviso, il senso di una memoria condivisa nell’anno di grazia 2021. Questo, immagino, il motivo che ha spinto il Sindaco e il resto del Consiglio ad accogliere favorevolmente la mia mozione. Il nostro compito di amministratori non è quello di definire se chi combatte l’odio con l’odio sia fondamentalmente un buono, un eroe, ma condannare il male in tutte le sue forme, con tutte le sue casacche, ricordare che l’odio non è mai la soluzione, al fine di orientare la società verso il rispetto reciproco, la tolleranza e la solidarietà.

Acquaviva delle Fonti, 11/02/2021

Francesco Colafemmina

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